La nuova guerra fredda è la cyberwar

Il conflitto tra Israele e Iran, ma anche le accuse tra Stati Uniti e Russia: questa è la nuova frontiera dei conflitti

22/12/2020 di Enzo Boldi

Danni collaterali. La nuova frontiera dei conflitti non prevede solamente l’uso di armi, il dispiegamento di eserciti e le trincee. Con l’evoluzione tecnologica, infatti, è cambiato anche il modo di attaccare e difendersi dalle minacce di un altro Paese ‘poco amico’, attraverso quel sottobosco apparentemente intangibile ma fortemente vulnerabile. Spesso e volentieri assistiamo alle accuse degli Stati Uniti nei confronti di presunti hacker russi, ma gli episodi più tangibili arrivano dalla cyberwar Israele-Iran che si ripetono con continuità in questo difficile 2020.

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La guerra non è più quella studiata sui libri di storia. O, almeno, non nelle sue estrinsecazioni fatte di eserciti inviati per conquistare o rivendicare territori contesi. Fortunatamente tutto ciò provoca meno effetti sulla popolazione, per evidenti motivi. Ma questo tipo di conflitti sono quelli che hanno riflessi sull’economia, andando a toccare punti strategici di ogni singolo Stato. Come riassume Pandora Rivista, nell’ultimo anno la cyberwar Israele-Iran è scoppiata e divampata con diversi episodi che arrivano al termine di un conflitto che va avanti da quasi 40 anni.

Cyberwar Israele-Iran, la nuova frontiera del conflitto

Centri di produzione missilistica, centrali nucleari, impianti petrolchimici e terminal portuali. Questi sono solo alcuni degli attacchi informatici portati avanti da Israele per colpire l’Iran che, da parte sua, ha replicato a tutto ciò andando a toccare il sistema idrico, facendo aumentare il livello di cloro nell’acqua rendendola non potabile. Quest’ultimo episodio, qualora si fosse concretizzato fino in fondo, avrebbe portato all’interruzione della fornitura di acqua. Un evento sventato ma che, in tempo di pandemia, avrebbe potuto provocare un grave danno ai cittadini.

Gli hacker e lo scambio di accuse

I sabotaggi, il gioco delle parti e gli attacchi da parte degli hacker. Il conflitto in Medio Oriente, dunque, sta assumendo sempre più caratteristiche tecnologiche. Il momento di massima attenzione sembra esser stato superato solamente in apparenza. Meno militari sul campo, meno minacce tra i due Paesi. Ma nel sottobosco informatico si è sviluppato un nuovo esercito pronto a battersi a suon di bombe cyber che hanno lo stesso obiettivo di quelle utilizzate dai militari che per anni hanno riempito le trincee in quei territori devastati dalle tensioni. E così la cyberwar Israele-Iran si modifica, si evolve e assume contorni che sembrano lontani da una definizione. Nonostante i proclami di pace.

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