Qual è il futuro del crowdfunding in Italia?
I dati del 2023 non sono positivi, ma nel 2024 ci potrebbe essere la ripresa
24/02/2024 di Redazione Giornalettismo
C’è un settore, quello del crowdfunding, che non riesce ancora a trovare il giusto successo in Italia. Nel 2023, seguendo una tendenza praticamente mondiale, le raccolte fondi (e non parliamo esclusivamente di quelle a scopo benefico) hanno patito gli effetti di una crisi globale per quel che riguarda gli investimenti in venture capital. Ci sono state delle luci e delle ombre, con l’introduzione di un nuovo Regolamento europeo nato per dare nuova linfa a questo settore (aumentando la competitività e abbattendo le barriere geografiche) che – però – potrebbe rallentare questo percorso già difficile.
Crowdfunding in Italia, tra la crisi e il futuro
Come detto, nel 2023 buona parte dei segmenti del crowdfunding hanno chiuso l’anno con il segno “meno”. In particolare, l’equity crowdfunding ha perso oltre il 6% per quel che riguarda i volumi raccolti. Ed è questo il principale indicatore (insieme al lending crowdfunding) dello stato di salute di questo settore che nasce come esigenza reale per startup e PMI innovative e trova il suo punto di riferimento nel digitale e nelle sue piattaforme.
Tra le più importanti in Italia c’è senza alcun dubbio CrowdFundMe. Giornalettismo ha avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con il CEO e founder Tommaso Baldiserra Pacchetti che, dopo aver analizzato i dati relativi al 2023 e fatto delle previsioni sull’anno in corso, ha approfondito un tema fondamentale che possiamo racchiudere in una dichiarazione: «Non bisogna convincere la gente ad investire. La gente deve sapere che esiste, imparare e poi dopo, eventualmente, investire. Bisogna fare un lavoro educazionale, non di convincimento». Come fare? Citiamo un dato che riguarda proprio CrowdFundMe: grazie alle loro raccolte fondi per startup e PMI, sono stati generati 3.500 posti di lavoro.