L’Italia è pronta per il salto di qualità nel crowdfunding?

I dati del 2023 mostrano luci e ombre di questo strumenti di raccolta fondi. Il futuro, però, sembra essere più roseo e le nuove regole europee potrebbero dar vita a un mercato più competitivo

23/02/2024 di Enzo Boldi

Potremmo definirlo un anno di transizione, in cui non si sono evidenziate crescite, ma una lieve flessione pressoché fisiologica. Il crowdfunding in Italia, però, è ancora distante dai numeri – soprattutto per quel che riguarda il volume raccolto – di altri Paesi europei e del mondo. Vittima di una cultura, anche a livello di investimenti, che ancora non ha aperto gli occhi di fronte alle possibilità offerte da questa soluzione a sostegno (soprattutto) dell’imprenditoria nostrana. Ma anche colpa di un mercato ancora molto piccolo nei confronti degli altri e della difficoltà di digerire nuove regole comunitarie (soprattutto quelle legate al settore “equity”).

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Le quattro diverse fette di mercato che compongono il macro-contenitore del crowdfunding in Italia hanno riportato numeri differenti. C’è stata una crescita nei volumi raccolti nel corso delle operazioni di lending e donation crowdfunding, mentre il calo è stato registrato per quel che riguarda il settore reward ed equity crowdfunding. Il saldo totale di questi numeri, come sottolineato da una ricerca condotta dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, porta a un risultato pari al -1% rispetto a quanto registrato nel corso dei 12 mesi precedenti. E nel futuro ci sarà anche la novità (entrata in vigore l’11 novembre scorso) del nuovo Regolamento Europeo che consentirà – per quel che riguarda l’equity – di operare nel settore del crowdfunding solamente alle imprese registrate a un apposito registro.

Crowdfunding in Italia, le luci e ombre nei dati del 2023

Ma passiamo ai numeri del 2023 e mettiamoli a confronto con quelli registrati nel 2022. Detto che “l’anno d’oro” del crowdfunding in Italia è stato il 2021, ma negli ultimi 12 mesi si è registrata un’importante crescita per quel che riguarda il lending crowdfunding: si è passati dai 127,4 milioni raccolti nel 2022 ai 133,9 milioni di euro raccolti nel 2023. Stesso discorso, o molto simile, per quel che riguarda il settore del donation crowdfunding: da 53,6 a 56,5 milioni di euro. Due indicatori molto positivi che, però, in termini percentuali non riescono completamente a colmare il calo delle altre due facce delle raccolte fondi “dal basso”.

Nel 2023, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio dedicato del Politecnico di Milano, c’è stato un importante calo per quel che riguarda l’equity crowdfunding, passato dai 52,4 milioni raccolti nel 2022 ai 49,11 milioni di euro del 2023. Un discorso simile, soprattutto confrontando le percentuali, può esser fatto per il settore reward: nel 2022 si era toccata quota 110,39 milioni di euro, mentre nei 12 mesi successivi questo numero è passato a 104,29 milioni di euro. Il conto, dunque, è presto fatto:

  • Lending crowdfunding +5,1%
  • Donation crowdfunding +5,4%
  • Equity crowdfunding -6,3%
  • Reward crowdfunding -5,5% 

Il calo totale del crowdfunding in Italia, prendendo in esame i volumi raccolti da ogni singolo settore, si è attestato intorno all’1%. E nella giornata di oggi, Giornalettismo andrà ad analizzare questi numeri, provando a fornire una prospettiva in vista del 2024, anno che rappresenterà la classica cartina di tornasole visto il recepimento del Regolamento europeo sul tema. Lo faremo anche grazie a un punto di vista interno, di chi ha avuto l’intuizione di creare una piattaforma, tutta italiana, per questa tipologia di investimento.

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