Chiedimelo su Tellonym | PARTE 1

La prima tappa del nostro viaggio nella piattaforma usata dai 17enni

08/02/2021 di La politica del popolo

Ma voi, quante volte nella vita avreste voluto dire a una persona una cosa senza far sapere che fosse proprio voi i mittenti? L’anonimato di chi manda un messaggio. Un sogno, che può rivelarsi un incubo. Ma questo poi lo scopriremo più avanti.  Per i più giovani oggi esiste un social network, uno assolutamente speciale. Si chiama Tellonym. Le specifiche le scopriremo più avanti, ma per il momento quello che vale la pena sottolineare è la grande interazione che esiste. Sono circa 10milioni gli utilizzatori di Telloym nel mondo, non pochi.

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Cos’è Tellonym e come nasce

Parliamo di un social di messaggistica istantanea, così come tanti se ne vedono. La peculiarità di questa piattaforma è però l’anonimato. Il progetto di questa app nasce in Germania, e ci troviamo negli stessi anni in cui dall’Arabia Saudita arriva la rivale Sarahah. L’iter è più o meno lo stesso: prende i dati personali da un social già installato, nel caso di specie è Instagram il preferito. In assenza, o ci si crea un profilo “di servizio” oppure si possono inserire numero di telefono o mail. Il caso dei profili di servizio è molto comune: accade spesso di trovare giovanissimi con profili Instagram vuoti ma che, nella bio, presentano l’indicazione che ti rimanda subito a Tellonym.

Alla fase di iscrizione segue un social veramente isterico. Tantissimi tell, l’equivalente dei post. Con un singolare utilizzo: iper sfruttato poco dopo l’iscrizione, poi abbandonato. Magari l’utente medio ci torna per un periodo e poi lo abbandona ancora, perseverando con questo schema. Sempre tutto rigorosamente anonimo. Sia chiaro, esiste ovviamente la possibilità di palesarsi, ma che senso avrebbe? A quel punto basterebbe una Instagram story o una chat di Messanger.

Questi contorni così labili scatenano grande preoccupazione nei più grandi, soprattutto su questi temi. Difficili da dimenticare i fatti di Bari e Palermo, dove bambini di 9 e 10 anni – per partecipare a delle challenge sui social – hanno perso la vita. Nel caso delle due piccole vittime, complici involontari erano stati i genitori. Di loro proprietà i dispositivi da cui i bambini trasmettevano. In questo caso invece la situazione è differente. Perché l’app dell’anonimato è a disposizione di over 17, ma senza nessuna reale limitazione. Esito di questo atteggiamento negligente è che di 17enni ce ne sono pochi, forse pochissimi. Di utenti poco più che bambini invece molti, forse moltissimi.

Riavvolgiamo il nastro però, e giochiamo a carte scoperte. Almeno noi. Sul finire dell’annus horribilis, il 2020, non ci siamo fatti mancare nulla. Tra nove mesi di pandemia e altri eventi problematici che hanno interessato tutto il Paese, i nostri ragazzi hanno avuto il tempo anche di incontrarsi in circa quattrocento al Pincio e cominciare a malmenarsi. Poi, un secondo appuntamento in una stazione metro della capitale. E per abbattere quelle distanze tra nord, centro e sud, ecco lo stesso format nella splendida Venezia. Sul buongusto dei teatri di battaglia nulla da dire.

La cosa singolare, se una rissa di gruppo già non lo fosse, è che l’appuntamento sarebbe stato dato sui più svariati social. L’annuncio nelle stories di Instagram, il contatto su TikTok e i dettagli, con ora e luogo, proprio su Tellonym. Il portale dei super giovani in cui l’utenza media oscilla tra gli 11 e i 17 anni. Lo shaker di cui sopra, per intenderci. Ad oggi, realisticamente grazie a un puntuale lavoro di cancellazione, non risultano esserci dei tell, così si chiamano quelli che altrove sono chiamati post. L’assenza di questi tell costringe nella sfera delle ipotesi l’utilizzo della piattaforma per l’organizzazione delle risse. Ma le “curiosità” su questa app sono tutt’altro che finite.

Termini e condizioni d’uso dell’app

Il punto di partenza lo troviamo nel nome. Il valore aggiunto di Tellonym è proprio la possibilità di offrire uno spazio di confronto anonimo, e senza controllo. Il gioco di parole è nella y, testimonianza del concetto di anonymus. Il nome sta a significare ‘Tell on him’, letteralmente diglielo, modificato in tellonym. Poco sopra abbiamo scritto che la sua popolarità è nei super giovani, tra gli 11 e i 17 anni. Un range di età che in teoria questa app rigetta, considerato che al momento dell’iscrizione una delle condizioni che l’utente accetta è quella di avere almeno 17 anni. Ovviamente condizione non soggetta a onere di prova, così come testimoniato dal primo articolo della sezione termini.

Rigorosamente in link a parte. Spuntando la casella in cui si afferma di avere almeno 17 anni, dunque, si accetta di accedere ai Servizi, dichiarando di essere maggiorenne nel proprio paese o di essere in possesso del consenso legale dei genitori ed inoltre, è specificato in inglese, che alcuni dei Servizi o parti di essi richiedono che si abbia almeno 17 anni, inclusa la possibilità di ricevere messaggi dagli utenti senza registrarti ai servizi stessi.

Un pacchetto di norme che certo non è una novità per i social. La differenza la si potrebbe trovare nell’ipocrisia di questo accordo. I super potenti Facebook e Instagram, ad esempio, ti offrono la possibilità di registrarti già a 13 anni. Così da non mettere i giovanissimi nelle condizioni di dover mentire, ma a seconda delle età inseriscono dei filtri sui contenuti. Lecito credere che questa sensibilità sia nata anche a seguito dei tantissimi scandali che li hanno interessati.

Dopo la registrazione, tutt’altro che complessa, siamo dentro il sito. Lo spartito delle bacheche è abbastanza ripetitivo, con qualche domanda rivolta da utenti e altre imbeccate dal server stesso. Non curanti dei reati commessi, e giustificati dalla tenerezza dell’età, nessuno tra gli utenti nasconde la sua vera identità anagrafica. Spesso confessando in prima persone la violazione, e una data di nascita nettamente inferiore a quella richiesta per il portale.

articolo di Enrico Filotico

video di Marta De Vivo

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