È possibile un social network di approfondimento?

Il caso di cosanepensate.it e l'intervista con la direttrice Beatrice Negrotto Cambiaso

26/01/2022 di Gianmichele Laino

Forse un altro modo di fare social networking è possibile. Quando abbiamo appreso del progetto Cosanepensate.it, la prima idea che ci siamo fatti in redazione è che un approdo a un risultato del genere sarebbe un toccasana per l’ecosistema dell’informazione e – soprattutto – delle opinioni in libertà che animano e popolano i social network. Si tratta, in breve, di sottoporre all’attenzione di una community alcuni temi, in forma di editoriale o di intervista. La differenza con le altre piattaforme sta nella natura dell’interazione: non c’è il commento in libertà, quello offensivo, quello fuori contesto. Piuttosto, si parla di una vera e propria intervista all’utente che, dunque, verrà sollecitato su temi specifici. Un approccio decisamente fuori dagli schemi.

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Cosanepensate è un social network di approfondimento

Giornalettismo ha raggiunto la direttrice del progetto, Beatrice Negrotto Cambiaso. Il punto che vuole sottolineare è che questo strumento digitale non nasce nel garage (un po’ il luogo simbolo delle start-up della Silicon Valley, per intenderci), ma nella zona giorno di un appartamento: «L’idea nasce da una frustrazione – ci dice -. Io sono cresciuta in un ambiente molto stimolante culturalmente e successivamente ho lasciato il mio lavoro dopo essermi sposata. Dopo un periodo a Ginevra, quando mi sono trasferita in Italia, prima a Roma e poi in una città di provincia, le cose non sono andate benissimo dal punto di vista degli stimoli intellettuali. Dopo aver provato a contattare quotidiani, a far partire conversazioni e spunti di riflessione senza riuscirci, mi sono detta: “lo faccio io”».

cosanepensate

Cosanepensate, dunque, nasce dall’esigenza di intavolare dialoghi. «I social sono una grande occasione, perché allargano di molto la cerchia delle conoscenze. Ma il problema attuale è l’approfondimento. Ci tengo a precisare che Cosanepensate non è un sito di informazione: faccio sicuramente interviste, ma queste sono solo una partenza per uno spunto di riflessione. L’approfondimento non si trova soltanto in editoriali e interviste, ma è anche quello che chiedo ai miei utenti. A loro non chiedo commenti, ma articoli, una condivisione delle loro riflessioni. Questa cosa qui la vedo come un atto di grande generosità da parte loro».

Uno dei temi che diventano centrali in un progetto del genere è il rapporto con la scarsa tendenza all’approfondimento sui social network. Siamo abituati ai commenti mordi e fuggi e, spesso, alla frase buttata lì senza nemmeno cogliere il punto della conversazione. Siamo davvero sicuri che questo modello così diverso rispetto agli altri social network abbia in qualche modo un atterraggio concreto negli utenti? «Io vorrei creare un ambiente protetto dagli haters – risponde Beatrice Negrotto Cambiaso -. L’insulto non è una argomentazione. Da noi si partecipa liberamente e non controllo gli articoli prima della loro pubblicazione. Il controllo è successivo e quando vedo un insulto lo cancello. Vorrei creare un modello per cui l’utente di Cosanepensate si senta al sicuro intervenendo su questa piattaforma. E vedo che le persone che hanno fatto questa esperienza si sono trovate a proprio agio e molte persone mi hanno ringraziato per questo spazio. Non so se è un’idea di massa, ma forse è una idea meno di nicchia di quello che pensiamo: esistono persone che sono interessate a questo tipo di comunicazione».

Beatrice Negrotto Cambiaso
Beatrice Negrotto Cambiaso, la direttrice di Cosanepensate.it

Gli obiettivi del progetto

L’idea di per sé è partita anni fa. Alcuni tentativi non sono andati a buon fine, mentre la quadra è stata trovata ad aprile 2021, con la prima intervista realizzata. Al momento, essendo un progetto con un basso budget per la promozione, il gruppo di persone che frequenta e ritorna sul sito è piuttosto ristretto. La convinzione della direttrice Beatrice Negrotto Cambiaso, tuttavia, è che questa utenza crescerà: «In questa fase – ci dice – è come se fossimo nel corso della puntata pilota di una serie televisiva. Ma stiamo parlando con alcune realtà, ad esempio, l’associazione Maschile Plurale che si batte contro la violenza sulle donne, che utilizzeranno il modello presentato da Cosanepensate per realizzare una loro pagina. L’idea è quella di aprire un canale per tutti coloro che vogliono un approccio diretto con gli utenti, che vogliono sfruttare il potere delle domande, che creano ponti e coinvolgono le altre persone. Con le domande si impone una riflessione e si superano gli steccati di una destra che parla con la destra e di una sinistra che parla con la sinistra, ad esempio».

I prossimi passaggi del portale sono quelli di assicurare agli utenti che navigano sulla piattaforma senza iscrizione di poter seguire le persone che, invece, hanno un proprio spazio e una propria pagina. I veri e propri autori di Cosanepensate. «Spero di ospitare tante persone e di creare tante pagine attive sulla nostra piattaforma: chiedo alle persone di avere il coraggio di affrontare le domande e di mettersi in gioco. L’opinione pubblica si fa sentire non in uno spazio di tre righe, ma in un posto dove è garantito il rispetto e l’approfondimento. Così si possono influenzare gli altri, in un modo utile e non sterile».

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