Perché l’US Copyright Office ha respinto la richiesta di copyright per l’opera di un’AI

Quanto stabilito dall'US Copyright Office apre una interessante parentesi sul confine che delinea un prodotto di AI che può essere messo sotto copyright

21/02/2022 di Ilaria Roncone

L’arte prodotta dall’intelligenza artificiale non può essere messa sotto copyright: questa la conclusione dell’US Copyright Office, che ha respinto la richiesta  di Steven Thaler. Nel 2009 Thaler ha provato a mettere sotto copyright un’immagine prodotta da un algoritmo che ha creato e chiamato Creativity Machine. Un consiglio di tre persone ha rivisto la sentenza comunicando la mancanza di un elemento fondamentale per poter mettere sotto copyright opere AI.

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Perché non può esserci copyright opera AI

L’immagine creata da Thaler secondo il consiglio che da deciso non aveva un elemento di «paternità umana» sufficiente da finire sotto copyright. L’opera in questione prende il titolo di «A Recent Entrance to Paradise» e si tratta, secondo l’autore, di una «esperienza simulata di pre-morte» in cui un algoritmo rielabora le immagini per dare vita a una serie di immagini allucinatorie che raccontano una vita fittizia dopo la morte. Il problema per questa opera è che l’intervento umano è stato minimo, non sufficiente a giustificare la protezione fornita dal copyright.

La legge Usa sul copytight non va a delineare esattamente i confini per i prodotti non-umani ma il consiglio ha classificato «il nesso tra la mente umana e l’espressione creativa» come un elemento imprescindibile per ottenere la tutela. Rifacendosi anche a casi precedenti, la commissione ha stabilito che «i tribunali sono stati coerenti nel trovare che l’espressione non umana non è ammissibile per la protezione del copyright».

Ciò non vuol dire – come sottolinea anche TheVerge – che il frutto di qualsiasi intelligenza artificiale non possa essere messo sotto copyright. Il problema è che, come ha specificato lo stesso artista, nel suo procedimento gli esseri umani non erano coinvolti in maniera significativa. L’obiettivo era dimostrare che le opere d’arte create da un’intelligenza artificiale avrebbero potuto essere messe sotto copyright. La questione rimane aperta e un altro tribunale, considerato che regole precise non esistono in tal senso, potrebbe esprimersi diversamente soprattutto considerato che ci sarebbe la possibilità di affermare che un lavoro del genere è frutto dell’ingegno umano e solo esecuzione dell’AI.

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