Fase 2 per i cinema, c’è tensione tra ANEC e Governo sul protocollo: “Misure penalizzanti è irricevibili”

Lo avevamo già anticipato analizzando l’allegato 9 con le 13 linee guida per là riapertura dei cinema e, dopo aver sentito il malumore dell’ANICA, ora arriva anche la bocciatura da parte di ANEC. L’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici dopo una riunione fiume nella serata di lunedì ha emesso una nota in cui boccia il protocollo sanitario deciso dal Governo per la ripartenza. Queste le parole riportate del presidente Mario Lorini:

L’Anec ha preso visione dell’allegato protocollo al Dpcm sulle riaperture e  in queste condizioni le misure per le sale cinematografiche sono irricevibili Prefigurano un’insostenibilità economica e operativa che può minare il riavvio del settore. Da oggi “chiederemo urgentissimamente un confronto per opportune e necessarie revisioni. L’ANEC )-  accettato la data per la ripartenza dei cinema posta al 15 giugno, ma rispetto alle soluzioni per altre categorie, quelle che ci riguardano ci risultano inspiegabilmente penalizzanti e costituiscono anche un problema di immagine oltre che economico per il comparto”.

Cinema, i due punti della discordia per la Fase 2

Nella nota non è specificato, ma per quanto apprendiamo i veri problemi per quanto riguarda la riapertura dei cinema sono quelli legati ai punti del distanziamento sociale e del consumo di cibo e bevande nelle sale. Per il primo punto l’ANEC chiede che almeno i gruppi di congiunti e amici possano sedere vicini durante la visione del film, separati di un metro rispetto alle altre persone. Una misura che era stata promessa in dei precedenti confronti, ma che non è stata attuata. Questa era anche la misura pensata dal cinema Visionario di Udine con il modello Butterfly di Lino Sonego, un separatore che può essere spostato all’occorrenza in base alla presenza di singoli o di piccoli gruppi. Di conseguenza anche il punto che stabilisce in un massimo di 200 persone la presenza negli spettacoli andrebbe rivisto, anche perché i multisala hanno sale da più di 500 posti e non è pensabile ridurre tutto di oltre il 50%.

Il secondo punto riguarda la vendita e consumazione di cibo all’interno delle sale. L’ANEC ritiene assolutamente penalizzante che nei ristoranti sia previsto di mangiare allo stesso tavolo mentre al cinema no. I multisala vivono anche dell’acquisto di bevande e snack, che hanno un impatto fortissimo sul loro bilancio. Tagliarlo escluderebbe ancora di più i cinema dalla ripresa, mettendo a rischio la sopravvivenza di cinema importanti come ad esempio l’UCI di Jesi e di Senigallia che hanno già annunciato di non riaprire mai più non rinnovando il contratto di locazione.

Il Ministro degli Esteri Di Maio ha annunciato la ripartenza a 360º dal prossimo 3 giugno, pertanto il cinema chiede di non essere demonizzato. Si prospettano settimane di intense trattative su questi due punti del protocollo.

 

 

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