Christian De Sica rivendica il diritto alla normalità, contro la «cafonaggine» delle storie su Instagram

In una story, a sua volta, l'attore e regista si sfoga contro l'ostentazione della felicità che si fa attraverso le piattaforme di social networking

16/08/2022 di Redazione

Esiste un diritto alla disconnessione, esiste un diritto alla malinconia. Christian De Sica, attore e regista, ha centrato esattamente il punto nelle poche righe che ha l’unica pecca di aver affidato alle Instagram Stories (ovvero allo stesso mezzo che, di fatto, con il suo ragionamento arriva a contestare). De Sica si è scagliato contro qualsiasi tipo di ostentazione che, in questo periodo dell’anno più che in altri, gli utenti mettono in mostra sui social network: ostentazione di lusso, ostentazione di benessere, ostentazione di opulenza. Una vita che appare, piuttosto che una vita che viene vissuta. Ecco perché le sue parole dovrebbero far riflettere.

LEGGI ANCHE > Christian De Sica: da Facebook stroncato il mio film di Natale senza averlo visto prima

Christian De Sica e il suo sfogo contro l’ostentazione sui social network

Le parole utilizzate poco prima di Ferragosto, in una delle sue Instagram stories, non lasciano molto spazio all’immaginazione e arrivano dirette al punto: «Ma certe persone non si sono rotte le palle di pubblicare quello che mangiano – scrive -, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i tuffi? E basta. Ma possibile essere diventati così cafoni?».

De Sica sembra essersi accorto di un male generazionale, che è sempre più evidente. Ognuno di noi, anche se di professione non fa l’influencer, crede di vivere in una perenne dimensione pubblica, una vetrina dove mettersi in mostra, di fronte ad amici, parenti, conoscenti. O, banalmente, anche di fronte a persone con cui, magari, non si avrà mai a che fare nella vita reale. Vi abbiamo recentemente raccontato anche di una tendenza, quella di aprire il cosiddetto profilo Finsta, che sta spopolando tra la Generazione Z in Italia, dopo aver preso le mosse dagli Stati Uniti. Si tratta di una reazione a questa dimensione pubblica e a questa pretesa di costante perfezione che viene richiesta a tutti gli utenti di Instagram: soltanto poche persone, una strettissima cerchia, potrà visualizzare le stories imperfette del profilo Finsta.

Per fuggire a quella “cafonaggine” che ha evidenziato Christian De Sica e che ha sottolineato sui propri account social. Quando questa consapevolezza, che al momento sembra trovare terreno fertile soltanto nelle generazioni dei nostri genitori, diventerà un sentire comune? La speranza è che una frase scagliata, anche se all’improvviso, da Christian De Sica (o da altri personaggi influenti come lui) possa dare uno scossone alle giovani generazioni. O anche a chi, quelle nuove generazioni, vuole provare pallidamente a imitare.

Share this article