Nuova Zelanda: Il suprematista bianco del massacro di Christchurch si difenderà da solo

Ci sono preoccupazioni sulla decisione controversa del suprematista bianco australiano che si è dichiarato colpevole di aver ucciso 51 fedeli in due moschee di Christchurch di difendersi personalmente nell’imminente processo.

In molti, infatti, temono che Brenton Tarrant possa usare il processo come una piattaforma per diffondere i suoi ideali di suprematismo bianco e incitamento all’odio razziale, traumatizzando ulteriormente i sopravvissuti al massacro.

il 14 luglio, un giudice della corte suprema di Christchurch ha confermato che Tarrant, in un video messaggio dalla prigione di Auckland, ha rinunciato ai suoi diritti di essere difeso da un legale. I suoi avvocati Jonathan Hudson e Shane Tait sono stati successivamente dimessi.

Durante il processo, che è già un evento mediatico, ed inizierà il prossimo 24 agosto, numerosi sopravvissuti e familiari delle vittime testimonieranno contro l’uomo australiano. Diversi esponenti della comunità islamica locale hanno accusato Tarrant di voler attiare attenzione prima delle sentenza.

Inizialmente, Tarrant aveva negato il suo coinvolgimento nella strage, per poi dichiararsi colpevole, nel Marzo del 2019, di 51 omicidi, 40 tentati omicidi e terrorismo

Il massacro è stata la sparatoria più mortale nella storia della Nuova Zelanda e ha portato il governo a vietare il possesso della maggior parte delle armi da fuoco semiautomatiche. Inoltre, l’attacco terroristico aveva causato molti dibattiti internazionali sull’uso di internet e facebook per diffondere contenuti violenti e razzisti. Tarrant, infatti, oltre ad aver postato il suo manifesto suprematista bianco sul social network, aveva condiviso parte della sparatoria in live streaming.

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Il terrorista di Christchurch potrebbe utilizzare il processo come piattaforma per diffondere le sue idee

Scegliendo di difendersi personalmente, Tarrant avrà diritto di parlare durante l’udienza per la sua sentenza. In teoria, il giudice ha il potere di decidere cosa sia rilevante o meno, ma in molti temono che l’udienza, che verrà trasmessa dalla televisione nazionale e online, rischia di essere un’ultieriore fonte di trauma e terrore per la comunità islamica di Christchurch e altre comunità musulmane in tutto il mondo.

«Visto che ha ammesso di essere un terrorista e non c’è differenza nel contesto della sentenza quale sia l’ideologia che supporta, credo che il giudice cercherà di bloccare qualsiasi tipo di commento irrilevante», ha detto il professore di legge neozelandese Kris Gledhill al New York Times.

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