Chi potrebbe “sottrarre” il Festival di Sanremo alla Rai?

Qualora si dovesse procedere con un bando di gara, la televisione pubblica avrebbe diversi concorrenti

06/12/2024 di Enzo Boldi

Per anni abbiamo considerato inscindibile e imprescindibile quel legame strettissimo tra la Rai e il Festival di Sanremo. La kermesse musicale più amata dagli italiani è sempre stata legata alla trasmissione sull’emittente pubblica, prima passando per la radio e poi per la televisione. Ora questo paradigma sta per essere dissolto. O potrebbe essere dissolto. In attesa dell’esito del ricorso che la TV di Stato presenterà al Consiglio di Stato, occorre basarsi sul pronunciamento del TAR della Liguria che, in poche parole, ha sottolineato come la cessione del marchio del Festival, relativo al suo utilizzo per la kermesse, debba necessariamente passare da una gara di bando pubblico aperto a tutti.

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Dunque, la Rai potrebbe non essere più il “Festival di Sanremo” e il Festival di Sanremo potrebbe non essere più la Rai. Perché, di fatto, è già così: come abbiamo spiegato in precedenza, il marchio è di proprietà del Comune di Sanremo che lo concede in utilizzo, mentre la televisione pubblica è proprietaria del format dell’evento. Due elementi ben distinti spiegati e confermati dal pronunciamento del Tribunale Amministrativo della Liguria nella sua sentenza.

Festival di Sanremo, chi può “sottrarlo” alla Rai?

Dunque, dal 2026 (l’intervento del Tar fa riferimento all’assegnazione relativa al 2024 e 2025, ma su quest’ultimo non si può intervenire vista l’imminenza dell’evento) dovrà esserci un bando di gara e la concorrenza alla Rai potrebbe essere molto forte. Da mesi, ma si parla solamente di voci non confermate, si parla di un forte interessamento da parte di Warner Bros. discovery, proprietaria – tra gli altri – del canale Nove che già in passato ha incrociato i suoi interessi (su format e conduttori) con la televisione pubblica. Sulla stessa falsariga, seppur con dinamiche differenti, si può tirare in ballo anche Amazon con i suoi canali su Prime Video. Esattamente come già accade, per esempio, con la Champions League dalla scorsa stagione.

Ovviamente, tra gli attori protagonisti non possono mancare anche dei “mostri sacri” dell’emittenza nazionale. Parliamo di Sky, per esempio, che ha un solo problema: qualora vincesse il bando, dove trasmetterebbe il Festival di Sanremo? Sui canali satellitari a pagamento o, in chiaro, su TV8? Una questione molto importante e da non sottovalutare. Sky, ovviamente, ha già nel suo palinsesto un altro evento musicale molto seguito dagli italiani: X Factor. Dunque, sembra avere mezzi ed esperienze anche per poter portare avanti un progetto storico e di tradizione di questo tipo.

Ultimo, ma non per importanza, c’è Mediaset. La TV commerciale per definizione, da anni ha stretto un “patto di non belligeranza” con la Rai. La programmazione nella settimana sanremese, infatti, è sempre stata molto ammorbidita. Sia per motivi di opportunità – difficile sottrarre pubblico al Festival – sia per evitare una competizione pressoché inutile. Inoltre, quest’anno si è deciso di spostare di una settimana la kermesse musicale per evitare di entrare in competizione con la Coppa Italia, trasmessa da Mediaset.

La questione economica

Perché abbiamo citato solamente questi grandi attori dell’emittenza audio-visiva italiana? Perché se è vero che i bilancio della Rai dimostrano elevatissimi ricavi pubblicitari dalla trasmissione del Festival di Sanremo, gli stessi bilanci sottolineano come i costi per l’organizzazione siano elevati. Dunque, occorre una base economicamente solida per sviluppare questo tipo di investimento che, solo durante e dopo la “messa in onda” porterà i propri frutti.

 

 

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