Checco Zalone e quella volta all’Ariston che venne censurato per il «Frociadil 600»
22/12/2019 di Gaia Mellone
In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, tra il serio e il faceto, il comico Checco Zalone allontana una volta per tutte le accuse di razzismo che gli sono state rivolte dopo la pubblicazione della canzone “L’immigrato” dal suo ultimo film Tolo-tolo. E racconta di quella volta che ha rischiato di spingersi un po’ troppo oltre sul palco dell’Ariston.
Checco Zalone e quella volta all’Ariston che venne censurato per il «Frociadil 600»
LEGGI ANCHE> Il sottotesto de «L’immigrato» di Checco Zalone è «L’Italiano» di Toto Cutugno
Correva l’anno 2009, Povia si presenta a Sanremo per partecipare al festival della canzone italiana con la canzone “Luca era gay”, la storia di un giovane omosessuale che poi diventa eterosessuale. Una canzone che fruttò un discreto successo al cantante vincendo il Premio Mogol come miglior testo dell’anno e raggiungendo come singolo la terza posizione nella classifica FIMI. Quell’anno, c’era la possibilità che sullo stesso palco salisse Checco Zalone, con una gag rivolta proprio a Povia. «Volevo prendere in giro Povia, che aveva fatto una canzone agghiacciante, “Luca era gay e adesso sta con lei” – ha dichiarato il comico al Corriere della Sera – come se l’omosessualità fosse una malattia da curare». La scena era effettivamente provocatoria: «L’idea era salire sul palco dell’Ariston con una medicina in mano, il Frociadil 600, ovviamente una supposta». Una presa in giro irriverente nel pieno stile di Checco Zalone, all’anagrafe Luca Medici, che però non si realizzò mai: «Gli autori mi fecero capire che non era il caso».
Checco Zalone prende spesso in giro “quelli che prendono in giro”: un po’ come ha fatto con il suo ultimo film, in cui scherza e irride i cliché utilizzati da chi non sopporta gli immigrati. Eppure, la canzone gli ha attirato molte polemiche. «L’unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C’è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende» commenta con il giornalista del Corriere ricordando le accuse passate di omofobia. E sulle accuse di razzismo contemporanee dice: «Escludo che qualcuno possa essere così stupido da pensarlo davvero. Non sono razzista neanche verso i salentini, che per noi baresi sono i veri terroni. E neppure con i foggiani».
(Credits immagine di copertina: Elena Aquila/Pacific Press via ZUMA Wire)