L’incitamento su IG della pagina no-vax: «Almeno il fastidio per un commento di dissenso potete prendervelo»

Francesca Florio - su Instagram Checca Flo - fa divulgazione su tematiche di diritto ed è stata presa di mira da una pagina no-vax. Ci ha raccontato le conseguenze

21/01/2022 di Ilaria Roncone

Fare divulgazione social su temi giuridici è già, si per sé, complesso. Lo diventa ancora di più se – come accaduto a Francesca Florio, nota su Instagram come Checcaflo – sotto un post compaiono una valanga di commenti negativi e insulti volutamente indotti. Andiamo con ordine e ricapitoliamo, insieme alla diretta interessata, una faccenda social di insulti no-vax come (ultimamente) ce ne sono troppe e che evidenziano l’incapacità di molti di comunicare in maniera costruttiva sui social quando si tratta della tematica vaccino. Tutto parte dal post qui sotto, pubblicato sul profilo di Checcaflo un paio di giorni fa.

 

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Insulti no-vax, la pagina che ha aizzato minacce e odio

«Ho messo questo video che, tra l’altro, non era neanche volutamente indirizzato no-vax e No Green Pass – ha raccontato Francesca Florio ai microfoni di Giornalettismo – Lo scopo era spiegare il bilanciamento dei diritti, un esempio pratico di come, pur avendo un diritto, a volte questo debba essere limitato per rispettare i diritti degli altri». Il video oggetto di tanto odio va a «spiegare la coesistenza tra diritti: sono la proprietaria della libreria, posso fare quello che voglio perché ho un diritto di proprietà. Posso anche distruggerla ma non posso bruciarla perché, se la bruciassi – qui dove sono, davanti a tutti – appiccherei un incendio e metterei a rischio la vita degli altri e la salute pubblica».

Lo scopo del post in questione, quindi, era spiegare come «nonostante io abbia il diritto di proprietà non posso esercitarlo come mi pare, non tenendo conto dei diritti altrui. Questo, non so perché poiché non era la cosa primaria, è stato interpretato come un attacco ai no-vax e ai No Green Pass». Ed è qui che entra in scena una pagina con decine di migliaia di follower – persone che si definiscono No Green Pass ma che sono no-vax, parlando di tematiche come siero genico, grafene, 5G – della quale, rispettando la volontà dell’intervistata, non pubblicheremo il nome.

«Questa pagina , che si pone come critica contro il Green Pass, ha scritto un commento civile ed educato di dissenso a cui ho anche risposto – ci tiene a sottolineare Florio – in cui spiegava, secondo lui o lei, perché il Green Pass fosse incostituzionale e tutta la questione della dittatura. Questo commento inizia a riscuotere il successo di coloro che aderivano alla stessa idea». Un successo che la pagina, vedendoselo notificato, ha deciso di sfruttare a proprio favore: «Nelle storie ha messo il mio post scrivendo “se anche voi siete in disaccordo datemi man forte, manifestate il vostro disappunto”, ponendola così in maniera molto vaga per evitare di essere accusato di aver causato una shitstorm».

insulti no-vax

La conseguenza dell’invito non tarda ad arrivare: «Sotto quel post si è creata una cloaca di minacce di morte, insulti a me e alla mia famiglia e auguri di malattia. Delle cose allucinanti”. Allucinanti, sì, ma alle quali purtroppo siamo sempre più assuefatti. «La cosa assurda – prosegue la divulgatrice di diritto sui social – è che, dopo aver bloccato questa pagina, mi è stata mossa l’accusa di volerli censurare. A parte che, come faccio a censurare qualcuno? Non sono un organo di stampa. Quella è la mia pagina e decido io cosa fare del mio profilo. A quel punto, con la pagina no-vax che continuava a dire “andate, mi hanno censurato”, gli insulti sono aumentati».

insulti no-vax

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«Instagram può fare fino a un certo punto»

Quanto risulta efficace Instagram in un caso come questo? «Tutti i commenti con insulti diretti dopo le segnalazioni sono stati segnalati e eliminati. Quelli più vaghi, dato che l’algoritmo non funziona a dovere, ci sta mettendo un po’ di più – ha raccontato Florio – Il problema è che Instagram può fare fino a un certo punto quando si tratta di pagine con così tanti follower (in questo caso 36,4 k n.d.R.), io posso bloccare la pagina principale come in questo caso, ma se loro continuano a parlare di me facendo il mio nome nelle loro storie, il pubblico viene a commentare. Io ho segnalato i commenti per far sì che le persone rimangano attenzionate e il profilo disabilitato, qualora lo rifacessero».

«Ho un po’ di timore che questa cosa possa riscatenarsi. Oggi parlavo con la ragazza con la sclerosi protagonista dell’articolo che Selvaggia Lucarelli ha pubblicato, che ha il papà no-vax. Mi ha detto: “Guarda, sono terrorizzata perché dopo quell’articolo mi hanno inondata si Instagram e Facebook di insulti e minacce, sperano che la mia malattia peggiori e io muoia”. Anche questa persona, insomma, è stata presa di mira da valanghe di odio – vista anche la risonanza del lavoro della Lucarelli – per aver raccontato la sua storia di vita. La stessa sorte che è toccata a Fancesca Florio, nel suo caso per aver spinto la gente a riflettere sulla questione diritti.

La conclusione, volendo denunciare l’ennesimo caso di questo tipo, è una riflessione sul clima che si è venuto a creare oggi quando si parla di vaccino: «Al di là del fatto in sé, sono molto preoccupata per questo clima d’odio che si è creato e per questa impossibilità di parlare perché ormai le persone si autodividono in fazioni, in noi contro loro. Da un lato c’è un clima molto pesante, dall’altro persone che stanno sempre sulla difensiva».

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