Chat tra professori e studenti: che cosa è lecito fare?

Le chat sono lecite solo su temi scolastici e per finalità didattiche, pena dal rimprovero formale al licenziamento

30/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Secondo la recente indagine di Skuola.Net, su 2000 studenti il 60% di questi fa parte di una chat a cui partecipa almeno 1 docente. 2 studenti su 3 hanno dichiarato di aver avuto una conversazione privata con un insegnante ma, fortunatamente, nella maggior parte dei casi gli argomenti erano attinenti alla scuola; infatti, solo il 12% delle chat private alunno-prof riguardavano temi extrascolastici. Si sta parlando molto delle chat tra professori e studenti, ma quali sono le regole? Le regole sono stabilite dai singoli istituti ma non possono mai ledere la privacy degli studenti e devono garantire la correttezza dei prof. Nel caso di inosservanza delle regole, se per esempio le chat tra alunni e prof vengono usate per questioni private o temi non legati alla scuola, ci sono varie sanzioni, che vanno dal rimprovero formale al licenziamento – per i prof -, mentre gli studenti possono rischiare accuse penali.

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Chat tra alunni e prof: quali sono le regole e quali le sanzioni in caso di inosservanza delle stesse

La priorità, come vi abbiamo già raccontato, nella scuola dell’educazione e dello sviluppo digitale, dopo il lungo periodo di DAD (Didattica a distanza) e di DID (Didattica integrata a distanza), è quella di redigere un vademecum per studenti e docenti su come usare i social e su come disciplinare le conversazioni tra i primi e i secondi, fulcri entrambi delle relazioni scolastiche. Il vademecum sull’utilizzo dei social network è stato proposto dall’Associazione Nazionale dei presidi nella sede del Lazio, ma queste disposizioni non hanno convinto gli alunni che le vedono, più che altro, solo come un rimedio a quanto avvenuto poco tempo fa al Liceo Montale di Roma. Al di là di quanto accaduto in questo liceo, le chat tra studenti e alunni sono legittime? Sì, e sono anche molto importanti per scambiare comunicazioni veloci ed immediate. Le chat non sono più solo tra studenti e tra insegnanti, ma i primi e i secondi diventano parte di un’unica chat per finalità didattiche e attinenti alle comunicazioni di classe. Sempre più diffuse, allora, sono le chat di classe tra docenti e studenti (6 studenti su 10 hanno dichiarato di averne attivata almeno una) che, però, se utilizzate per fini extra-scolastici potrebbero causare conseguenze spiacevoli tanto per gli studenti che per i prof. Infatti, gli insegnanti potrebbero subire sanzioni disciplinari o, nella peggiore delle ipotesi, un licenziamento nel caso di utilizzo illegittimo della chat (per esempio quando le conversazioni con gli alunni investono temi privati, diversi cioè da quelli didattici), mentre gli studenti potrebbero, invece, per imprudenza o superficialità, rischiare fino ad un’accusa penale dato che, dai 14 anni in su, si è personalmente responsabili dei reati posti in essere e a sé ascrivibili (per esempio, diffamazione, violazione della privacy, sostituzione di persona).

Le regole per le chat tra prof e studenti sono stabilite dagli Istituti scolastici per via dell’autonomia loro attribuita dal Dpr n. 275/1999. Il regolamento interno dell’istituto, infatti, può adottare le disposizioni su forme e modalità di comunicazione che ritiene più prudenti. A causa di questo, però, soprattutto negli ultimi anni – dato lo sviluppo sempre maggiore della tecnologia -, si sono diffusi casi di uso illegittimo di queste chat tra studenti e alunni. Lo scopo delle regole, invece, è quello di tutelare la privacy degli alunni e, contestualmente, la correttezza e diligenza professionale dei docenti e, in generale, del personale scolastico. Il contratto collettivo del comparto Istruzione e Ricerca introduce, comunque, precise sanzioni disciplinari variabili per «violazioni di doveri ed obblighi di comportamento» fino a quella più grave del licenziamento nel caso di invio di messaggi a contenuto sessuale o sentimentale. Il Tribunale di Cremona, statuendo su un recente caso, ha affermato che il licenziamento del personale scolastico è corretto nel caso di: «condotte talmente disdicevoli, inopportune e pericolose da rendere la permanenza in servizio del bidello un costante pericolo per la serenità e l’incolumità delle studentesse» (Trib. Cremona sent. n. 50 del 6 aprile 2021).

Secondo il rapporto del portale Skuola.net, nell’ultimo anno quasi 2 studenti su 3 affermano di aver dialogato con almeno un prof in conversazioni individuali. Il dato positivo è che, però, solo nel 12% dei casi si è trattato di argomenti extrascolastici o di temi privati (10%). Quando sono legittime le chat prof-studenti? Quando riguardano finalità didattiche e orientative e, dunque, sono illegittime quando investono temi personali o privati e non scolastici. In breve, le comunicazioni tra alunni e docenti devono essere circoscritte, ovvero limitate alla didattica e all’organizzazione scolastica. Nel caso di inosservanza di queste regole, sono previste sanzioni più o meno gravi. Sono sicuramente illegittime e, dunque, vietate, le violazioni della sfera privata degli studenti. Ciò vuol dire che, per esempio, non è possibile diffondere foto, video, registrazioni o altri dati personali di questi senza il consenso espresso degli studenti stessi o dei loro genitori, se non hanno ancora compiuto 18 anni. Se gli alunni, poi, segnalano chat di dubbio contenuto o comunque non attinenti ai temi scolastici, il dirigente scolastico è obbligato, in virtù del Dlgs 75/2017, ad aprire un provvedimento disciplinare.

Foto IPP/Vincenzo Bruni

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