La storia dello studente sospeso da scuola per un tema novax

Quella di Magon D’Aloia è una storia che sta girando parecchio sui social ma che, analizzando la questione, non trova nessuna conferma

11/05/2022 di Ilaria Roncone

Si chiamerebbe Magon D’Aloia, sarebbe uno studente di 17 anni di un non meglio precisato liceo italiano e sarebbe stato sospeso per aver scritto un tema esprimendo posizioni novax. Perché tutti questi condizionali? Sono d’obbligo in una storia che, come vi stiamo per raccontare, non ha nessun tipo di fonte certa e fa acqua da tutte le parti. Andiamo con ordine: si tratta di una storia condivisa sui social da giorni: tra Telegram e Twitter passando per Facebook, le tracce della presunta vicenda di questo studente non sono difficili da trovare negli ambienti novax. Della “news” esistono diverse versioni a seconda dei social sui quali circola ma tutti hanno una cosa in comune: zero dettagli e nessuna possibilità di risalire alle fonti.

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La storia di Magon D’Aloia, lo studente sospeso per tema novax

I dettagli forniti nelle varie narrazioni in giro per il web sono nome, età, tipologia di liceo dal quale sarebbe stato sospeso (scientifico) e durata della sospensione (3 giorni). Sarebbero i toni molto duri utilizzati dallo studente sostenendo le tematiche novax la causa. Come segnala NextQuotidiano, non esistono profili social del presunto studente e qualcuno di coloro che ha condiviso la vicenda su Twitter ha ammesso di non avere fonte alcuna in merito alla questione avendo fatto un Copia e Incolla.

Anche per quanto riguarda la fotografia abbinata al post, essa non è rintracciabile né tramite ricerche Google né tramite ricerche sui social. A questo proposito, FactaNews sostiene che potrebbe trattarsi del frutto di un lavoro tramite AI, un volto falso che non risulta essere distinguibili all’occhio umano rispetto a uno vero. Ultimo ma non ultimo, a un certo punto su Facebook compare una versione del post con firma, quella di Beatrice Juvenal. Qui il cerchio si chiude, considerato che si tratta di una giornalista che si definiva “indipendente” e il cui profilo non esiste più ma che fino a qualche giorno fa parlava di un’altra celebre bufala dell’ultimo periodo, quella relativa alla 19enne picchiata in un supermercato perché non indossava la mascherina.

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