«Insensato che per guidare serva la patente e per usare il cellulare non ci siano limiti d’età»
Le parole della sottosegretaria alla Sanità Sandra Zampa
25/01/2021 di Redazione
Decidere l’età per possedere un cellulare. Cellulari vietati al di sotto di una certa età o, almeno, limitazione nell’impiego di alcune app. Ragazzi più istruiti in merito al codice penale in materia di violazioni informatiche. Sono questi i punti salienti dell’intervista della sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa rilasciata al quotidiano Il Giorno. Il suo intervento si inserisce all’interno di una analisi più ampia, partita dal caso della bambina di 10 anni morta a Palermo.
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Cellulari vietati al di sotto di una certa età, la proposta della sottosegretaria
Occorre, in ogni caso, ribadire un concetto. Quanto accaduto a Palermo, con una ragazzina di 10 anni trovata in gravissime condizioni nel bagno di casa e poi successivamente deceduta, non può ancora essere collegato direttamente – con un rapporto di causa-effetto – a TikTok. Al momento, infatti, si tratta soltanto di una ipotesi investigativa. Inoltre, non è affatto scontato che – anche se ci dovesse essere un collegamento tra la tragedia e il social network cinese – la morte della bambina sia attribuibile a una qualche sfida “virale” sul social network stesso.
In ogni caso, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha ritenuto opportuno avviare una riflessione sull’età minima per utilizzare uno smartphone, indipendentemente dagli impieghi che si fanno della tecnologia: «Non ha senso – ha detto la Zampa – che per guidare l’automobile ci voglia la patente, mentre per usare un cellulare non ci siano limiti in base all’età. Gli smartphone sono potenti come le automobili, se non di più».
Il delicato passaggio della Zampa sull’identità digitale e l’uso di alcune app
Altro passaggio piuttosto delicato da parte della sottosegretaria Zampa – che apre un tema forse addirittura più ampio rispetto alla limitazione d’età per l’utilizzo del cellulare – riguarda l’utilizzo di alcune applicazioni previo accesso attraverso l’identità digitale Spid: «Collegare l’ iscrizione all’ identità digitale Spid è una buona idea – ha affermato -. Poi, servono più poteri alla polizia postale e più divieti e sanzioni ai provider. Non bisogna dimenticare la formazione dei genitori, troppo lontani da questi strumenti. E i ragazzi devono conoscere a memoria il codice penale in materia: bisogna istruirli, sapendo cosa rischiano se infrangono la legge».
La sottosegretaria Zampa, inoltre, si augura che ci possano essere maggiori poteri per la polizia postale e che l’istruzione si comporti in maniera proattiva nei confronti dei giovani studenti, che devono conoscere le regole dello Stato rispetto alle violazioni che si possono commettere sul piano informatico. Infine, il divieto dell’utilizzo dei cellulari a scuola, sul quale la Zampa mostra totale condivisione. La politica, insomma, sta iniziando a riflettere sul potenziale devastante di alcuni strumenti tecnologici. Ma occorre contestualizzare correttamente le discussioni e valutare delle scelte che siano effettivamente praticabili, soprattutto in termini di usabilità.
Foto IPP/zumapress