Chiamarsi Capezzone: pontificatore di professione (ora sovranista)
Ospite fisso dei programmi Mediaset, ma forse ci si è dimenticati del suo passato ondivago
17/11/2020 di Enzo Boldi
Modernità liquida, diceva Zygmunt Bauman: adattarsi al contesto vigente al momento per tentare, come un liquido si adatta al contenitore in cui viene versato. Il filosofo e sociologo polacco, pur non sapendolo, si riferiva a Daniele Capezzone. L’ex politico (che ha varcato i confini del Parlamento attraversandoli da destra a sinistra come una lama calda nel burro) è ormai ospite fisso di molte trasmissioni Mediaset: da Stasera Italia (condotta da Barbara Palombelli) a Quarta Repubblica (di Nicola Porro) e non solo. Fa la parte del sovranista, anche per rivendicare il suo ruolo di giornalista a La Verità di Maurizio Belpietro. Spara a zero (anche legittimamente) su quanto fatto e non fatto dal governo, difende a spada tratta (anche negando le evidenze) quanto fatto (o non fatto) dalle Regioni amministrate dal Centrodestra. Insomma, è il nuovo pontificatore della televisione commerciale italiana. Senza apparenti meriti politici.
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E, ormai, è anche l’idolo dei sovranisti. Ogni volta che il suo volto (con tanto di dito puntato) compare in televisione, ecco che sui social partono ‘lettere d’amore’: «Sei il migliore», «l’hai asfaltata/o», «ci vorrebbero politici come te». Ecco, analizziamo questo punto perché, forse, molti utenti non ricordano che Capezzone è stato realmente un politico. Ma il suo schieramento è stato sempre ondivago, passando da un estremo all’altro.
Capezzone, il pontificatore sovranista di professione
Ricordiamo, in pillole, la sua carriera: tesserato con i Radicali nel 1993, decide (in giovane età) di svolgere il servizio civile presso Legambiente. Poi l’incontro con Marco Pannella e i diversi scioperi della fame anche insieme a Rita Bernardini. Nel frattempo diventa segretario nei nuovi Radicali Italiani, prima di entrare in Parlamento: era il 2006 quando con diventa deputato con la Rosa nel Pugno nella coalizione di Centrosinistra. Sì, esatto: Centrosinistra. Poi il cambio di passo.
Dai Radicali a Berlusconi, per arrivare al sovranismo
La mutazione è in corso. Nel 2007, in disaccordo con il governo Prodi, lascia la maggioranza e approda nel Gruppo Misto. È l’epoca dello scontro aperto con Pannella e dell’addio ai Radicali. Insomma, come si usa dire nel basket NBA, diventa un ‘free agent’. Ma nel giro di un anno, o poco più, ecco la sua rinascita. Dall’appoggio al Centrosinistra passa a essere il portavoce di Forza Italia e del Popolo della Libertà (nel 2008 e nel 2009). Poi il ritorno in Parlamento, sempre al fianco dell’ex Cavaliere. Ma anche lì, nel giro di poco tempo, iniziano i dissidi e Capezzone molla Berlusconi per finire nel Gruppo Misto. Anzi, in Conservatori e Riformatori del ‘dissidente’ Raffaele Fitto.
Poi il giornalismo
Infine la nuova vita. Da sinistra a destra, senza colpo ferire. Fino alla sua collaborazione con La Verità di Maurizio Belpietro e la sua proclamazione a idolo dei sovranisti italiani. Come se il passato e le battaglie fatte negli anni ’90 e all’inizio del nuovo Millennio fossero state cancellate con un colpo di spugna. Il potere della televisione e dell’affabulazione.