La morte della democrazia americana in una felpa

La scritta ‘Camp Auschwitz’ indossata da una delle persone che ha preso parte all'occupazione di Capitol Hill

07/01/2021 di Enzo Boldi

Mentre su Parler si straparla accusando – senza alcuna prova – gli antifa per quanto accaduto nelle ultime ore a Capitol Hill, le immagini parlano e danno risposte ai tanti interrogativi che, di per sé, non avevano motivo di esistere. Il caso più evidente è racchiuso in una felpa, quella utilizzata da un uomo che – insieme agli altri – ha fatto irruzione all’interno del Campidoglio nel tentativo di interrompere la certificazione della vittoria di Joe Biden. «Camp Auschwitz», campeggia su quel capo di abbigliamento in una delle immagini diventate il simbolo di questa follia anti-democratica.

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L’uomo è stato immortalato dalle telecamere delle varie televisioni e testate, mentre festeggiava per non si sa cosa. E dal gruppetto di persone che erano con lui, ecco spuntare la sua lunga barba e quella felpa nera con la scritta: «Camp Auschwitz». E sotto al riferimento al campo di concentramento, simbolo della follia nazista degli anni Trenta e Quaranta, anche la traduzione di quella scritta posta sul cancello del lager polacco: «Arbeit macht frei».

 

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«Il lavoro rende liberi». Ecco la mentalità di chi nelle ultime ore ha attentato alla democrazia americana. Il tutto fagocitato da un Presidente uscente che ha aizzato il suo popolo sui social parlando di teorie della cospirazione contro di lui. Invece di accettare la sconfitta ha armato le menti di tantissimi cittadini che, presi dall’ebbrezza e dal suo sostegno, hanno creato il pandemonio. E le ideologie che hanno mosso quanto accaduto a Capito Hill sono racchiuse in quella felpa nera.

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