Camilleri torna ad attaccare:”Agli italiani piace l’uomo forte e Salvini mi ricorda il fascismo”

Non si arresta le critiche di Andrea Camilleri al cosiddetto “Governo del Cambiamento” e soprattutto al ministro dell’Interno. Intervistato dal quotidiano inglese The Guardian, lo scrittore siciliano papà di Montalbano , ormai 94enne, è tornato all’attacco, paragonando Salvini a un gerarca fascista: «A me Salvini mi ricorda un gerarca fascista, ha la stessa arroganza, lo stesso compiaciuto sguardo sul potere» ha dichiarato senza mezzi termini nel corso di un’intervista, aggiungendo “Pensate a quando decise di chiudere i porti alle navi colme di migranti. Sono ateo, ma penso che se ci fosse un giorno del giudizio andrebbe sicuramente all’inferno per la sua ipocrisia». Nel corso dell’intervista il giornalista Lorenzo Tondo ha ripercorso le polemiche che avevano seguito la messa in onda delle puntate della serie di Montalbano, nello scorso febbraio, in cui sarebbero andati in onda messaggi pro-migranti e lo scrittore è tornato sul dirottamento di un mercantile da parte di un gruppo di migranti  avvenuto qualche giorno fa e lo scrittore ribalta completamente la logica dominante «Per me non è un atto di pirateria, ma un atto di autodifesa».

Gli Italiani e il fascismo

Lo scrittore si è poi soffermato sulla sulla genesi del fascismo e sul perché gli italiani non abbiano mai fatto i conti con esso. Ha ricordato di aver letto, poco dopo la Liberazione, un articolo del New York Times, firmato dal giornalista Herbert Matthews, intitolato: “Non lo avete ucciso”. Il riferimento indiretto era ovviamente al fascismo che sarebbe sopravvissuto allo stesso Mussolini. Dopi i primi momenti di rabbia lo scrittore ha detto di aver intuito il senso dell’articolo: «All’inizio pensavo che il giornalista fosse un idiota. Dopo un mese e mezzo dalla lettura, sei membri del Movimento Sociale italiano, ex fascisti, furono eletti in Parlamento. Allora ho pensato che non era Matthews, ma ero io a essere un idiota» . E la verità, per lo scrittore, è di quelle che fanno male: «Agli italiani piace l’uomo forte, piace mettere il loro destino nelle mani di qualcuno che decida per loro».

 

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