Le affermazioni errate fatte da Brosio sul Covid in due minuti a L’Aria Che Tira
Paolo Brosio in due minuti ha fatto una serie di affermazioni sul Covid per le quali il virologo Pregliasco e David Parenzo hanno reagito in maniera molto dura
04/11/2021 di Ilaria Roncone
Il virologo Fabrizio Pregliasco, Paolo Brosio e David Parenzo hanno discusso con toni anche accesi nella puntata di oggi di L’Aria Che Tira, ospiti di Myrta Merlino. Tra i vari frammenti della puntata che stanno girando sui social, emerge sicuramente un filmato di un paio di minuti in cui – tra le reazioni a metà tra l’incredulo e l’esasperato dopo quasi due anni di pandemia – Paolo Brosio a L’Aria Che Tira parla della sua personale da ricoverato in seguito alla polmonite causata dal Covid lo scorso anno e elenca una serie di informazioni che risultano essere inesatte e contestate da tutti i presenti.
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Lo scontro tra Pregliasco e Brosio a L’Aria Che Tira
Paolo #Brosio, tra le altre cose, ricorda a #Pregliasco la questione delle autopsie vivamente sconsigliate
PS: notare il continuo sfottò di #Parenzo
Forse crede di essere a “La zanzara”?#sierologico #terzadose #COVID19 #COVID #Pfizer #Pfizergate #lariachetirala7 #lariachetira pic.twitter.com/OnlVrANm7Y
— Emei Markus (@EmeiMarkus) November 4, 2021
«Per me il Covid-19 è una macchina da guerra, una cosa tremenda – spiega Brosio parlando della sua esperienza – però sono convinto che non c’è una sola opinione dei medici e degli scienziati. Ci sono tantissimi primari di medicina interna e medici che hanno lottato in prima linea e sono sconosciuti perché non hanno visibilità televisiva ma lavorano 24 ore al giorno come Pregliasco e gli altri con i quali sono stato a contatto in quei venticinque giorni di ospedale potendo toccare con mano la realtà dei fatti».
Secondo Brosio «le persone che vengono curate subito, immediatamente, nei primi tre giorni di malattia nessuno va in terapia intensiva e pochissimi ci lasciano la pelle quindi avremmo risparmiato migliaia di vite umane». Già a questo punto sia Pregliasco che Parenzo contraddicono Brosio, con il virologo che afferma senza nessuna esitazione che non è vero e che dovrebbe smettere di dire cose del genere.
La contrapposizione di Pregliasco a Brosio è sensata: il conduttore parla della sua persona esperienza, come evidenzia più e più volte, e Pregliasco gli fa notare che si tratta di un solo caso su una platea che è ben più ampia e che riferirebbe esperienze molto diverse rispetto a quella di Brosio. L’attenzione si sposta poi sulla questione autopsie, col giornalista che parla della «disgraziata normativa che impediva le autopsie» addossando la colpa al governo, che le avrebbe impedite volontariamente.
Paolo Brosio fa una serie di affermazioni errate
Come si nota anche dalle dure reazioni di Pregliasco, Paolo Brosio fa una serie di affermazioni inesatte. C’è la sicurezza che di tutti quelli che vengono curati entro i primi giorni nessuno va in terapia intensiva e quasi nessuno muore: si tratta di affermazioni che, come ampiamente chiarito tramite studi clinici e sostenuto anche dal ministero della Salute, non hanno valenza poiché ogni caso va valutato a sé in base a diversi criteri tra cui la gravità dei sintomi. L’unica certezza sta nei farmaci da non utilizzare e nei modi in cui cortisonici e eparina devono essere utilizzati in modo appropriato.
C’è poi la questione di un governo che avrebbe impedito le autopsie. Si tratta di una polemica esplosa tra i complottisti a maggio 2020 quando, come spesso accade, hanno iniziato a girare sui social screen decontestualizzati. Si tratta di una vera e propria bufala sulle autopsie morti Covid vietate – di cui vi avevamo anche già parlato – frutto dell’eccesso di creatività nell’interpretare un testo che non parla di alcun divieto ma fornisce solamente indicazioni su come eseguire gli esami autoptici sulle vittime del coronavirus nella massima sicurezza.