Quale strategia potrebbe esserci dietro la sospensione degli account social di Bottega Veneta
La scelta del noto brand di lusso italiano sembra essere controcorrente ma non è così sorprendente
08/01/2021 di Ilaria Roncone
Passo indietro o passo avanti? Bottega Veneta chiude social – con la sospensione degli account Instagram, Twitter e Facebook – è una scelta che è tuttora parecchio dibattuta. La scelta è stata dal noto marchio di lusso italiano sorprende, si, ma neanche più di tanto in un mondo in cui essere sui social comporta molti vantaggi ma anche tanti svantaggi. Dai danni all’immagine se esplode una polemica alle energie che vanno impiegate per moderare i commenti ai contenuti postati, Bottega Veneta ha scelto di tornare indietro per andare avanti – facendo senz’altro parlare si sé -.
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Bottega Veneta chiuse social: non un addio, più probabilmente un arrivederci
Bottega Veneta chiude social avviene dopo l’ultima sfilata di successo, a metà tra un evento fisico e ispirazioni virtuali, e diventa effettiva in questa prima settimana del 2021. Daniel Lee, direttore creativo di Bottega Veneta, non ha mai messo i social network al primo posto nella strategia del marchio ma un black out totale rimane comunque inaspettato. La realtà è che l’uscita dai social riguarda solamente gli account ufficiali ma questo non vuol dire che del marchio non si continuerà a parlare. Tutto nasce dall’idea di Lee di concentrarsi maggiormente sulla privacy.
Anche Daniel Lee non ha account social
La riflessione che ha spinto Lee a far si che il brand lasciasse i social parte dalla voglia di ritrovare la privacy, lui che – effettivamente – account social non ne ha mai avuti. Da sempre persona riservata, Lee è riuscito – con il suo lavoro – a far collezionare milioni di like a Bottega Veneta pur non avendo profili social personali e rimanendo ben lontano da quel mondo. «È stato bello crescere nell’era pre-Instagram: ci divertivamo molto», aveva detto Lee nel corso di un’intervista, aggiungendo: «Sarà interessante vedere cosa accadrà in futuro. Io credo che ci sarà un ritorno alla privacy. Lo spero davvero». La scelta fatta dal brand, seppur non sia ancora stata argomentata chiaramente, sembra voler riportare il lusso su un piano superiore e non è detto che non possa essere presa come esempio da latri marchi.