Il tribunale dispone il divieto di utilizzo dei social per l’ex insegnante che adescava minori su TikTok

L'uomo, che ha una lunga serie di reati di pedofilia a suo carico negli anni, ultimamente utilizzava Facebook, Instagram e TikTok per adescare le vittime

25/01/2021 di Ilaria Roncone

Il tribunale di prevenzione di Milano ha disposto – su proposta del questore – che l’ex insegnante che adescava minori (tra cui anche bambini di sei anni) sui social dovrà «mantenersi ad almeno 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati da minorenni quali asili, scuole, parchi giochi ed impianti sportivi e di non comunicare con persone minorenni con nessun mezzo, inclusi i social network». Un vero e proprio blocco social pedofilo, quindi. La diretta conseguenza è che quando uscirà dal carcere, qualora dovesse avvicinarsi a qualche luogo frequentato da minori o dovesse provare a connettersi ai social verrà arrestato.

LEGGI ANCHE >>> È peggio Miley Cyrus che “dimentica” il reggiseno o TgCom24 che dimentica come si fa giornalismo?

Blocco social pedofilo che li usava per adescare ragazzine

Si tratta di misure preventive per un uomo che ha fatto dentro e fuori dal carcere dal 1997 per pedofilia. Oltre a non potersi avvicinare a luoghi frequentati da minori, quindi, gli sarà fatto anche divieto di utilizzare i social network. Sono almeno 41 le ragazzine che ha adescato – tutte tra i 6 e i 14 anni – in diverse province d’Italia. Negli ultimi anni ha utilizzato i social per farlo – Facebook, Instagram, TikTok -. Tramite profili falsi e utilizzando come foto profilo quelle di cantanti o youtuber molto giovani, l’uomo utilizzava un linguaggio giovanile e adolescenziale per ottenere la fiducia delle vittime fino ad arrivare a chiedere materiale a sfondo pornografico o a fare chiamate erotiche. Le ragazzine adescate in questo modo, secondo gli inquirenti, sarebbero almeno 24. Sia il materiale ottenuto che i contatti social delle vittime l’uomo li ha condivisi con altri pedofili.

Programma di recupero e carcere se utilizza i social

Il 57enne ha accettato di partecipare a un programma di recupero, la cosiddetta ingiunzione trattamentale. Lo scopo è quello di ottenere consapevolezza dei comportamenti ottenuti e del disvalore sociale così da evitare, una volta terminati carcere e misure di prevenzioni, che il reato venga nuovamente compiuto. L’uomo sarà quindi ovviamente interdetto da qualsiasi professione che coinvolga minori e dovrà, una volta uscito dal carcere, essere oggetto di sorveglianza speciale per tre anni con l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza oltre alle prescrizioni già citate (stare ad almeno cinquecento metri da posti frequentati da minori e non comunicare con loro via social in alcun modo), pena il rientro in carcere.

Share this article
TAGS