Il ritorno del metodo “Bestia” di Salvini, ma per Filippo Sensi «non ci sono più le Bestie di una volta»

Il deputato del Partito Democratico è stato preso di mira con un sistema di comunicazione social che Salvini utilizzava in corrispondenza delle campagne elettorali

24/06/2022 di Redazione

Quello a cui abbiamo assistito nella giornata di ieri è l’apparente tentativo, da parte di Matteo Salvini, di recuperare una vecchia prassi comunicativa. Il metodo “Bestia” è tornato ad avvalersi dei social network e delle polemiche alimentate dalle discussioni in timeline. Obiettivo – ancora una volta – i migranti. Mezzo per arrivare all’obiettivo: i politici che cercano di evidenziare come la distinzione fatta dal leader della Lega tra “profughi veri” (provenienti dall’Ucraina) e “profughi finiti” (i migranti che hanno l’unica colpa di possedere uno smartphone). Così, ieri, nel tritacarne social, è finito il deputato del Partito Democratico Filippo Sensi.

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Il tentativo di rispolverare la Bestia di Salvini

Lo schema è noto e forse vale la pena descriverlo brevemente per chi non era più abituato a questo tipo di tweet o di post su Facebook. Si sceglie una foto in cui il politico che è il bersaglio di turno non sia venuto particolarmente bene, si mette in evidenza una sua citazione, si accompagna il tutto con una caption piuttosto aggressiva dal punto di vista verbale e si dà tutto in pasto ai followers. Che, a quel punto, interverranno più o meno numerosi a vomitare altre accuse, offese, minacce al malcapitato di turno. In questo modo – con il metodo inventato dall’allora guru della comunicazione della Lega Luca Morisi – Matteo Salvini ha conquistato, in passato, una sorta di influenza a valanga sui social network.

Il mezzo, però, si evolve. E le vecchie strategie possono incepparsi. Già abbiamo fatto notare come, nella seconda metà del 2021, l’attivismo social di Matteo Salvini si fosse ridimensionato. Toni più moderati e post meno stranianti (sono scomparsi quasi del tutto i piatti macchiati di sugo, i panini improbabili, i puré di patate stantii), comunicazioni più istituzionali e meno esposizione di avversari politici. Il tentativo fatto con Filippo Sensi, tuttavia, fa tornare alla mente la vecchia strategia.

Tuttavia, il deputato non è sembrato particolarmente scalfito dall’ondata di offese, tanto da twittare – in un bilancio di fine giornata – queste parole:

Oltre a un engagement decisamente più basso che in passato, si può analizzare anche un sentiment contrapposto. Non più commenti entusiasti, ma – anzi – molto spesso in controtendenza rispetto al tono del tweet principale. Segnale evidente di una audience social disorientata (anche sulle posizioni altalenanti relative alla guerra) e non più compatta, diretta conseguenza anche delle difficoltà elettorali della Lega nell’urna. Non esistono più, insomma, le Bestie di una volta.

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