The Truth Social è appena nato e sta già censurando e bannando

E pensare che era nato con l'obiettivo di rafforzare la libertà di pensiero

23/02/2022 di Redazione

Non è neanche nato nella sua piena funzionalità che sta già immediatamente dando prova di quanto possa essere vero l’assunto sulla presunta libertà d’espressione garantita agli utenti. Ovviamente stiamo parlando di The Truth Social, il nuovo media lanciato da Donald Trump nella giornata del 21 febbraio. Oltre ad avere i naturali problemi tecnici che sono quasi fisiologici in contesti di questo tipo, sembra aver già dato delle chiare indicazioni su quelle che saranno le sue policies di moderazione. Le testate giornalistiche statunitensi (dove, tra l’altro, è possibile scaricare l’app da Apple Store per sistema operativo iOS) hanno raccolto le segnalazioni di alcuni utenti che sono stati colpiti da un ban di The Truth Social. 

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Ban di The Truth Social, diversi utenti colpiti

È stato segnalato, ad esempio, il ban dell’account @DevinNunesCow. L’intenzione di Matt Ortega – il titolare dell’account che ha raccontato la sua storia a Mashable – era quella di creare un account parodia di Devin Nunes, ex politico americano che è attualmente responsabile della comunicazione della società media che sta dietro alla creazione di The Truth Social. Il suo account, poco dopo la creazione, è risultato inattivo.

Un singolo esempio che, però, può fare da apripista per tante altre situazioni di questo genere. Dopo aver superato l’ostacolo dell’errore 404 nella pagina di Termini e condizioni di utilizzo di The Truth Social, gli utenti hanno scoperto che i moderatori del media possono intervenire con il ban della piattaforma in caso di pubblicazione di contenuti «calunniosi, bugiardi o comunque discutibili». Un imbuto che sembra essere stringente almeno quanto quello di Twitter: il social network fondato da Jack Dorsey era quello preferito dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma era anche quello che lo aveva bannato dopo l’ennesima pubblicazione di contenuto controverso, all’indomani della rivolta di Capitol Hill che i messaggi social di Trump aveva in qualche modo ispirato. La moderazione, esattamente, come Twitter – che Trump vorrebbe combattere dopo il suo ban – funziona attraverso una combinazione di moderatori volontari, segnalazioni degli utenti e bot per gestire la rimozione dei contenuti. Dove sta la diversità?

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