I titoli fuorvianti sull’inchiesta che (non) è stata aperta sul sistema autopilot di Tesla

Da giorni alcune testate continuano a parlare del rapporto della NHTSA che avrebbe messo nel mirino il pilota automatico delle automobili. Ma non è propriamente così

18/08/2021 di Enzo Boldi

Ogni volta che si parla del sistema Autopilot di Tesla, arriva una morbosa attenzione da parte dei media di tutto il mondo. Negli ultimi giorni, infatti, si sta parlando di una presunta inchiesta aperta dal governo americano – sulla base di un rapporto (frainteso dai giornali italiani, e non solo) della NHTSA – nei confronti del pilota automatico installato all’interno di diversi modelli di autovetture prodotte dall’azienda di Elon Musk. Perché parliamo di “presunta inchiesta”? Leggendo i titoli di molti quotidiani, infatti, sembra che ci sia una vera e propria indagine su quella tecnologia. Leggendo attentamente il report della National Highway Traffic Safety Administration (l’agenzia governativa a stelle e strisce che monitora, per farla breve, gli incidenti stradali e la sicurezza in strada) la storia è ben diversa da come viene raccontata.

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Partiamo da alcuni titolo de Il Corriere della Sera: «Tesla, il governo Usa apre un’indagine sul sistema del pilota automatico». E anche: «Tesla e l’Autopilot sotto inchiesta, quali sono i problemi del sistema di guida autonoma». Il primo è stato pubblicato – nell’edizione online del quotidiano – lunedì 16 agosto; il secondo è una “spiegazione tecnica” del primo ed è presente sul sito dal 17 agosto. Cosa c’è di sbagliato in queste due sintesi titolistiche?

Autopilot Tesla, la vera storia dell’inchiesta della NHTSA

Un po’ tutto, perché da quei due titoli (ripresi anche da altre testate, anche internazionali) emerge una non-verità: sembra, infatti, che a finire sotto inchiesta sia proprio il sistema di pilota automatico. Come detto è una non-verità, come spiega Paolo Attivissimo su Twitter.

Leggendo, infatti, con attenzione il report (pubblico) della NHTSA si legge: «Il pilota automatico è un sistema avanzato di assistenza alla guida (ADAS) in cui il veicolo mantiene la velocità e il “centraggio” sulla corsia quando è impegnato all’interno del suo dominio di progettazione operativa (ODD). Con ADAS attivo, il conducente ha ancora la responsabilità primaria per il rilevamento e la risposta di oggetti ed eventi (OEDR), ad esempio, l’identificazione di ostacoli sulla carreggiata o manovre avverse da parte dei veicoli vicini durante il Dynamic Driving Task (DDT)».

Cosa vuol dire? Che l’inchiesta aperta negli Stati Uniti non riguarda il sistema autopilot Tesla, ma gli incidenti provocati da chi era alla guida delle automobili (nei casi segnalati e individuati). Perché il conducente, nella maggior parte dei casi certificati, ha avuto un comportamento non consono al “libretto d’istruzione” per l’utilizzo di quella tecnologia. Perché è sì un pilota automatico, ma sotto la supervisione costante e continua di chi è al volante (che quindi detiene nelle sue mani, e nelle sue gambe, la responsabilità).

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