La storia della Tesla che si schianta e l’apparenza che (a volte) inganna

Si è parlato, forse a sproposito, dell'autopilota installato sull'automobile. Circostanza smentita da Elon Musk che accusa il Wall Street Journal di aver pubblicato una bufala. Ma il verbale degli agenti intervenuti sul posto fanno emergere delle perplessità

20/04/2021 di Enzo Boldi

Partiamo dai fatti: le indagini sull’incidente Tesla di qualche notte fa a Houston (in Texas) sono ancora in corso ed è difficile, per il momento, definire le responsabilità per quel che è accaduto. Sta di fatto che quello schianto a grande velocità contro un albero (e il successivo incendio divampato per l’impatto) è costato la vita a due persone che stavano viaggiando all’interno della vettura. Poi, non appena questa notizia è stata nota, si è parlato del sistema autopilota il cui malfunzionamento avrebbe provocato l’incidente. Elon Musk, fondatore e proprietario di Tesla, ha smentito questa ipotesi parlando di dati evidenti e accusando il The Wall Street Journal di non aver verificato la notizia. Ma chi ha ragione?

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Per capire bene le dinamiche di questo caso, partiamo dalla risposta di Elon Musk.

Un utente, commentando l’articolo del WSJ, ha sottolineato come il sistema di autopilota prodotto da Tesla abbia delle indicazioni ben definite: viaggia entro i limiti di velocità imposti e, soprattutto, si disattiva se il guidatore rileva le mani del guidatore per dieci secondi. Una ricostruzione che ottiene il plauso social di Musk che ha aggiunto un’altra indicazione: in base ai dati raccolti di quella Tesla, sull’automobile non era stato mai installato il sistema FSD (Full Self-Driving) al momento dell’acquisto da parte del proprietario. Insomma, non sarebbe stata colpa del pilota automatico (il cui sistema, inoltre, prevede un controllo attivo di chi è alla guida) perché non era presente sulla vettura.

Incidente Tesla a Houston, cosa sappiamo

E da qui l’attacco di Musk al The Wall Street Journal, reo secondo il magnate americano, di non aver approfondito a fondo questa vicenda e di aver pubblicato un articolo senza verifiche (provocando anche un’evidente oscillazione verso il basso del titolo in borsa). Quindi, da dove nasce quella ricostruzione? Nell’articolo del WSJ criticato da Musk, si fa riferimento alla ricostruzione fatta dalla polizia e dai primi soccorritori: il primo corpo senza vita (e arso dalle fiamme) è stato rinvenuto sul posto passeggero (cioè quello al fianco del posto guidatore); il secondo – invece – era seduto sui sedili posteriori. Insomma, le forze dell’ordine non hanno trovato il posto di guida occupato. Questo potrebbe aver provocato la percezione (all’apparenza) di un incidente provocato dal sistema FSD che poteva essere indicato come il responsabile dell’incidente Tesla a Houston.

Questione di percezione e di apparenza. Musk, giustamente, difende la sicurezza di un suo prodotto indicando dati oggetti. Ma l’attacco al WSj è, forse, esagerato. Se le forze dell’ordine fanno una ricostruzione e parlano di sedile vuoto nel posto guida, appare evidente che ci sia qualcosa che non torni. A questo punto, dunque, la causa più probabile è quella dell’errore umano.

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