L’Australia vuole che i social paghino per i post diffamatori pubblicati sulle loro piattaforme

Il Ministro delle Comunicazioni e il Premier vogliono trattarli come “editori”, facendogli assumere le responsabilità per quel che viene scritto e condiviso attraverso i canali di loro proprietà

10/10/2021 di Enzo Boldi

Si potrebbe partire da Twitter e Facebook, per poi estendere questa nuova regolamentazione normativa a tutte le altre piattaforme social. L’Australia prosegue il suo braccio di ferro nei confronti dei giganti del web e, ancora una volta, punta il dito contro i principali canali usati dagli utenti per condividere i propri pensieri e le proprie fotografie. Adesso si pensa di trattare i social network (e le aziende che li gestiscono) come degli editori, anche per quel che riguarda le “responsabilità”.

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Il tema della responsabilità dei social per quel che viene pubblicato dagli utenti (dai classici post testuali alle fotografie, passando per i video) è al centro di una forte riflessione all’interno del governo australiano. Nei giorni scorsi era stato lo stesso primo ministro, Scott Morrison, a utilizzate parole molto pesanti sui social media: «Sono un palazzo di codardi». Per questo motivo, secondo le intenzioni del premier, si dovrebbe aprire a una normativa molto più specifica: trattare i vari Facebook (e tutti i suoi satelliti) e Twitter come dei veri e propri editori, responsabili anche per i post diffamatori (o contenenti falsità) che vengono pubblicati sulle varie piattaforme dagli utenti iscritti

L’Australia e la responsabilità dei social per i post diffamatori

Una linea in fase di verifica e che potrebbe diventare di stretta attualità nel giro di qualche settimane. La conferma, infatti, arriva direttamente dal Ministro delle Comunicazioni Paul Fletcher che, intervistato dall’Australiana Broadcasting Corporation (ABC) ha dichiarato: «Ci aspettiamo una posizione più forte dalle piattaforme. Per molto tempo, se la sono cavata senza assumersi alcuna responsabilità in relazione ai contenuti pubblicati sui loro siti». Una misura che potrebbe diventare realtà in poco tempo. Perché solo qualche settimana fa, la Corte Suprema dell’Australia ha stabilito che tutti gli editori possono (devono, o dovrebbero) essere ritenuti responsabili per tutti i commenti che vengono pubblicati anche all’interno dei loro forum online (i classici commenti, direttamente sul sito, a corredo di un articolo). Quindi, secondo questa logica, basterebbe equiparare Facebook e Twitter (per il momento) agli editori per poter applicare questa “responsabilità”.

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