Con l’audio intimidatorio di Trump, il Washington Post offre un assist alla giustizia

Quello che non è stato fatto in quattro anni, potrebbe riuscire a un giornale

04/01/2021 di Redazione

Alla fine, sarà un quotidiano a spingere Donald Trump verso la strada di un possibile capo di imputazione? Quello che non è riuscito a inchieste indipendenti del Congresso o al procuratore speciale Robert Mueller (nella fattispecie nel caso del Russiagate) potrebbe riuscire al Washington Post che, esempio fulgido a livello mondiale, mostra ancora che l’informazione può essere considerato il cane da guardia della politica. Certo, il tempismo ormai è irrilevante ai fini di una presidenza che, dopo aver retto per 4 anni a diverse accuse, è ormai agli ultimi scampoli. Ma l’audio Trump potrà essere decisivo per una sua eventuale ricandidatura tra 4 anni.

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Audio Trump, cosa è successo

Ma di cosa stiamo parlando quando facciamo riferimento all’audio Trump? Alla pubblicazione di uno stralcio di una conversazione di circa un’ora che il presidente uscente ha tenuto al telefono con il Segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger. La conversazione ha avuto luogo sabato scorso, 26 dicembre. Nel corso di questa conversazione, Donald Trump stava facendo pressione affinché il segretario di Stato della Georgia potesse «trovare 11.780 voti», ovvero la misura dello scarto che ha consentito al democratico Joe Biden di aggiudicarsi i grandi elettori della Georgia.

Tra le altre cose, anche sovvertendo il risultato in quello stato, la vittoria sarebbe stata comunque appannaggio di Joe Biden. Dunque, sembra ancora più incomprensibile una telefonata al limite dell’intimidatorio con cui il presidente degli Stati Uniti ancora in carica cerca di forzare la mano sulle istituzioni repubblicane dello stato della Georgia per cercare, in qualche modo, di prolungare l’agonia di questa tornata elettorale del 2020.

Il ruolo del Washington Post

Una situazione paradossale e imbarazzante, nel corso della quale il segretario di stato Raffensperger cercava di spiegare a Trump che era impossibile fare quello che lui chiedeva senza violare ripetutamente la legge. Per questo motivo, ora, l’audio pubblicato dal Washington Post potrebbe essere il punto di partenza per un’inchiesta giudiziaria. Trump potrebbe aver commesso innanzitutto un reato statale molto simile alla concussione o all’abuso di potere (se si fa riferimento all’ordinamento giuridico italiano), ma potrebbe configurarsi persino l’estorsione. In ogni caso, gli esperti della Casa Bianca sono concordi nel dichiarare che – in altri tempi – questo episodio sarebbe sicuramente arrivato fino all’impeachment (cosa ormai inutile, dal momento che la successione è in dirittura d’arrivo, con Biden pronto a insediarsi alla Casa Bianca nei prossimi 15 giorni).

Il Washington Post ha colto nel segno, dunque. Nonostante la stampa Usa non sia mai stata tenera nei confronti di Donald Trump, l’ultimo scandalo messo in rilievo dal giornale della Capitale potrebbe davvero rappresentare la pietra tombale per la carriera politica del più discusso presidente degli Stati Uniti d’America.

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