Il tweet tra il comico e il patetico di Trump sull’indagine sulle finanze di Hunter Biden
Il presidente uscente non ha mancato di commentare la notizia dell'inchiesta sul figlio dell'uomo che l'ha battuto alle elezioni, e che è stato al centro dei suoi attacchi per tutta la campagna elettorale
10/12/2020 di Redazione
La notizia è quella di Hunter Biden indagato, ma a fare notizia è la reazione di Donald Trump. Se infatti il figlio del presidente eletto, bersaglio preferito della campagna del presidente uscente durante l’intera campagna elettorale, ha reso noto con un comunicato del comitato di transizione Biden-Harris di essere al centro di un’indagine dell’Attorney General del Delaware sulle proprie finanze, Trump ha tweettato un messaggio a metà tra l’ironico e l’amaro in cui cita l’intervento della giornalista del NY Post Miranda Devine che, senza alcun riscontro, sostiene che il “10% di elettori avrebbe votato in maniera diversa se avessero saputo di Hunter Biden” per chiudere con Onter “ma io ho vinto lo stesso”.
“10% of voters would have changed their vote if they knew about Hunter Biden.” Miranda Devine @nypost @TuckerCarlson But I won anyway!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 10, 2020
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Le reazioni alla notizia di Hunter Biden indagato
Hunter Biden indagato è quel tipo di notizia che forse durante la campagna elettorale avrebbe potuto spostare l’equilibrio, anche se la larghezza della vittoria di Joe Biden è tale da rendere difficile pensare che il risultato avrebbe potuto essere diverso. Quel che è certo è che la destra è saltata sulla notizia come fosse una sorta di risarcimento per non essere stati creduti prima sui presunti conflitti d’interessi del figlio del presidente eletto con la Cina. Il comitato di transizione Biden-Harris ha invece pubblicato una nota dello stesso Hunter che comunica la notizia, seguita da un commento del presidente eletto Joe Biden che si è detto “estremamente orgoglioso” del figlio sottolineando come questo abbia “combattuto battaglie difficili” compresi i “feroci attacchi degli ultimi mesi”, “uscendone più forte”. Nessun attacco ai giudici, quindi, né minacce o ipotesi di complotti da parte del presidente eletto in uno dei più chiari e lampanti esempi di discontinuità col presidente uscente.
U.S. Attorney investigating Hunter Biden for possible violations of tax and money laundering laws, sources tell CNN @evanperez reports pic.twitter.com/cUUsLC733U
— The Lead CNN (@TheLeadCNN) December 9, 2020
I 17 stati repubblicani che si sono uniti al Texas nella causa alla Corte Suprema
La notizia di Hunter Biden indagato arriva nel giorno in cui sul fronte della causa presentata alla Corte Suprema dall’Attorney General del Texas contro Pennsylvania, Michigan, Georgia e Wisconsin arriva la notizia che altri 17 Stati a guida repubblicana si sarebbero aggiunti alla causa. Si tratta di Alabama, Arkansas, Florida, Lousiana, Nord e Sud Dakota, Missouri, West Virginia, Tennesse, Mississippi, Montana, Nebraska, Oklahoma, Sud Carolina, Indiana, Kansas e Utah. Un tentativo che rischia di spaccare in maniera ancora più profonda il Paese, mentre negli ultimi due giorni le corti Supreme di Arizona e Nevada hanno respinto l’ennesimo tentativo del team Trump di chiedere di invalidare le elezioni. Due rifiuti che portano il bilancio nelle aule degli avvocati del presidente uscente a 1-50.