Il futuro del porno si sente ma non si vede?
Gli audio porno sembrerebbero più redditizi dei video
06/10/2021 di Giorgia Giangrande
Gli audio porno potrebbero rappresentare una nuova frontiera, poiché lascerebbero spazio all’immaginazione degli ascoltatori preservando l’immagine di chi – di norma – nei video ci mette la faccia.
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Audio Porno: un’impresa redditizia
Com’è noto, i video clip su siti come Pornhub, OnlyFans, e ManyVids ottengono parecchia attenzione, ma gli audio erotici rappresentano una nicchia segretamente famosa, e altamente redditizia, di internet. In una testimonianza riportata da INPUT, una donna ha raccontato come nel 2009, cercando di generare qualche reddito al di fuori del sesso telefonico, ha deciso di registrare un audio MP3 con un microfono che utilizzava per altro. Non ci sono ancora siti dedicati esclusivamente all’audio, non c’è nessun AudioHub o OnlyMP3, ma sono tante le persone che pensano dovrebbero esserci. In questo momento, molta della produzione di audio erotici si svolge su Clips4Sale. Anche la più nota piattaforma Audible – di proprietà di Amazon – e altre simili contengono audio erotici; si potrebbe pensare che questi siano contenuti più docili di quelli dei siti porno, ma pare che la maggior parte non lo sia affatto.
Una creator di Clips4Sale ha riferito di aver guadagnato più di 3.000 dollari in un mese. Sembra anche che gli ascoltatori siano maggiormente soddisfatti da questo tipo di contenuti. Un testimone ha raccontato come preferisca ascoltare gli MP3 rispetto alle forme più tradizionali di porno; l’inizio di questa preferenza nasce dai tempi dell’università, quando l’uomo evitava che i compagni di stanza sbirciassero nel suo computer alla ricerca di materiale erotico. Da lì ha deciso di passare all’iPod: «Mettendo le cuffie mentre ero seduto nel mio letto del dormitorio, potevo andare ovunque la fantasia mi portasse con più realismo che guardando semplicemente un video».
Questa testimonianza suggerisce l’intimità del momento in cui il singolo soggetto – uomo o donna che sia – decide di trarre piacere da stimoli derivanti dall’esterno e il fatto che tali stimoli passino per il formato MP3 anziché da quello MP4 non può che ampliare lo spazio dell’immaginazione. Un’immaginazione che – in questo modo – non renderebbe più i corpi e i volti dei performer oggetto di desiderio sessuale da parte di estranei, perché sarà la loro voce a farlo. «Gli audio erotici vanno più in profondità di quelli visivi» – racconta una testimone a INPUT – «cominciano a toccare il cliente ad un livello più cerebrale». Ci sarà un motivo per cui la gente ascolta i podcast quando potrebbe, per esempio, guardare un documentario su Netflix.