L'”attacco informatico globale” era davvero così preoccupante?

C'erano tutti i presupposti per affrontare la questione spiegando cosa stesse accadendo, evitando toni allarmistici. Non tutti l'hanno colta

11/02/2023 di Redazione Giornalettismo

Tra domenica 5 e lunedì 6 gennaio del 2023 i principali quotidiani generalisti italiani e alcune testate giornalistiche online hanno parlato, in alcuni casi dedicando alla notizia le prime pagine delle edizioni cartacee, di un attacco hacker globale. In effetti il giorno precedente l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) aveva comunicato di essere a conoscenza di un attacco hacker di grande entità in corso in diversi Paesi: nello specifico, si trattava di un attacco di tipo malware che ha colpito i server di VMware ESXi, un servizio di virtualizzazione dei server. Le persone che hanno effettuato l’attacco hanno sfruttato una vulnerabilità già nota e segnalata a febbraio del 2021: l’azienda che sviluppa VMware ESXi era infatti intervenuta con una patch, cioè una porzione di software che permette di aggiornare il sistema per migliorarlo e quindi, semplificando al massimo, di risolvere eventuali problemi. Evidentemente, però, le aziende i cui sistemi sono stati attaccati non avevano scaricato e installato la patch.

Cosa è successo e come è andata davvero? Il monografico di Giornalettismo sull’attacco informatico che ha colpito i server di VMware ESXi e sul down di TIM

Mentre si diffondeva la notizia dell’attacco informatico diversi utenti TIM hanno segnalato problemi di accesso a internet. Per questo motivo in molti devono aver pensato che i due problemi, l’attacco hacker e il down di TIM, fossero collegati e quindi che la situazione fosse molto grave. Domenica anche Palazzo Chigi è intervenuto per limitare l’allarmismo, scrivendo in una nota che «nessuna istituzione è stata colpita». Giornalettismo, nel suo approfondimento, ha cercato di capire come è stato possibile realizzare un attacco hacker simile da un punto di vista tecnico e ha poi raccolto l’opinione di Pierguido Iezzi, CEO di Swascan, e di Stefano Zanero, professore ordinario di computer security del Politecnico di Milano.

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