Quale è stata la percezione dell’attacco hacker “globale” nel resto del mondo?

Perché la copertura dell'attacco hacker contestuale al down Tim è stata così diversa tra testate italiane e, ancora, rispetto a quelle estere?

06/02/2023 di Ilaria Roncone

Lo abbiamo chiarito a partire da ieri sera, approfondendo la tematica nella giornata di oggi: il down di Tim non ha avuto nulla a che vedere con l’attacco hacker che – nel pomeriggio del 5 febbraio 2022 – ha colpito diversi paesi nel mondo. L’attacco ransomware, invece, deve essere ricondotto a una vulnerabilità dei server VMWare ESXi individuata già nel 2021 che molte aziende e molte istituzioni coinvolte non hanno fixato. Questi – in diversi paesi – si sono quindi ritrovati a dover gestire un attacco che, con le dovute precauzioni, non sarebbe avvenuto. Considerata la portata dell’evento, stampa nazionale e stampa internazionale si sono occupati della questione ma quali sono state le differenze nella copertura del fatto? Facciamo un confronto della narrazione dell’attacco hacker sui giornali prima tra le testate nazionali, poi rispetto a quelle estere.

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La notizia in Italia, tra titoli forti e prudenza

Come abbiamo avuto modo di verificare in redazione, l’edizione cartacea de Il Sole 24 Ore di oggi non ne parlava. Sull’edizione online, invece, troviamo due articoli che fanno riferimento a quanto accaduto nella giornata di ieri e alle mosse di Palazzo Chigi per inquadrare la situazione e trovare una soluzione. Considerata l’incertezza di questa situazione e il fatto che le opportune verifiche per comprendere cause e modalità dell’attacco sono ancora in corso, ha senso che l’edizione cartacea del quotidiano di oggi non riporti nulla rimandando – probabilmente – l’approfondimento a domani, quando ci saranno elementi più certi.

Un approccio prudente hanno scelto di adottarlo anche Il Post o giornali di settore come Cyber Security 360 evidenziano – nella giornata del 5 e nella mattinata del 6 febbraio – la necessità di fornire notizie certe con il  contagocce. In molti altri casi, invece, si è fatta leva sul sensazionalismo e ci sono titoli poco chiari in cui sembra – considerata la mancanza di virgolette – che sia stata l’Agenzia per la Cybersicurezza italiana a subire l’attacco (quando, invece, è l’organo che per primo ne ha dato conto).

Dall’altro lato troviamo, invece, la stampa che ha scelto di dedicare alla questione – nonostante i pochi dettagli ancora a disposizione – le prime pagine delle edizioni cartacee. «Hacker, l’Italia sotto attacco» e «Attacco hacker, l’ombra dei russi» sono i titoli in prima pagina rispettivamente sul Corriere della Sera e su La Stampa. C’è poi Libero, che titola «Attacco hacker, c’è puzza di Putin» e Il Giornale – sempre in prima pagina – «Il mondo sotto attacco hacker, server a rischio».

Anche a livello di copertura web – nonostante sia emerso come, nel mondo, siano state mille le unità colpite – molti hanno scelto di esagerare parlando di attacco hacker globale (soprattutto nella giornata di domenica) utilizzando toni allarmistici e dimenticando l’importantissima regola della prudenza quando si tratta di notizie rispetto alle quali le opportune verifiche devono essere ancora fatte.

Attacco hacker sui giornali: e all’estero?

Spostiamoci all’estero, in prima battuta in Francia – con lo Csirt francese che già aveva reso conto di quello che stava succedendo venerdì sera -. In che modo la notizia è stata trattata dai giornali generalisti? Le Figaro, una delle principali testate francesi, titola: «Italie, France, Finlande… Plusieurs pays européens touchés par une cyberattaque de grande ampleur» (traduzione: «Italia, Francia, Finlandia… Numerosi paesi europei colpiti da un cyber attacco su larga scala»). Su Le Monde, invece, andando a cercare informazioni sulla questione a partire dal 3 febbraio (giorno in cui in Francia è stata data la notizia) non si trovano articoli dedicati.

Anche la stampa tedesca ha fatto riferimento a quanto accaduto in Italia mentre quella oltreoceano – precisamente in Canada e negli Stati Uniti, altri paesi nella lista di quelli colpiti – non hanno coperto l’evento. Come mai questa differenza?

Il punto – come ha sottolineato anche Stefano Zanero, esperto di cyber security e professore associato di computer security al Politecnico di Milano – è che non si tratta di un evento tanto straordinario quanto è parso sulla stampa italiana ma dell’ordinaria mancanza di attenzione – messa in evidenza a seguito di un ordinario attacco ransomware – di alcune realtà nel proteggersi come avrebbero dovuto prima che fosse troppo tardi.

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