Cosa significa che c’è stato un «attacco hacker globale»

In realtà, nel corso del pomeriggio di oggi c'è stata abbastanza confusione per un accavallarsi di una serie di problemi. Inoltre, ci sono state delle dichiarazioni esplicite anche da parte dell'ACN

05/02/2023 di Redazione Giornalettismo

Nel pomeriggio di oggi, 5 febbraio, e in generale a partire dall’inizio del fine settimana, una serie di concause e una serie di dichiarazioni da diversi Computer Emergency Response Team a livello internazionale (a partire dalla Francia, fino ad arrivare in Italia) hanno portato diversi organi di informazione a sintetizzare che era in corso un attacco hacker globale. In realtà, il problema è molto più complesso e Giornalettismo cercherà di spiegarlo correttamente: nella giornata di domani, ad esempio – e verosimilmente per i prossimi giorni -, dedicherà diversi articoli al tema, andando all’origine della questione. Per il momento, cerchiamo di fare il punto della situazione, aggiornata alla serata di domenica.

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Attacco hacker globale, cosa significa e cosa sta succedendo in realtà

Innanzitutto, diamo subito la dimensione di quanto accaduto e l’elemento di distorsione che ha permesso a diversi utenti di avere una visione catastrofista di quello che stava accadendo. Nella giornata di domenica, uno dei più grandi provider di internet in Italia – TIM – ha avuto quelli che, per sintetizzare, potremmo definire problemi tecnici. Ma non si tratta di problemi tecnici legati a un attacco hacker: più che altro si trattava di una serie di errori a catena legati a una configurazione errata (come ha ricordato Matteo Flora su Twitter, per intenderci, si è trattato di qualcosa di più simile al down di Facebook che non a un attacco hacker). La polizia postale e la stessa TIM hanno escluso che si trattasse di un attacco hacker, parlando piuttosto di «un problema di interconnessione internazionale, sono in corso le analisi per la risoluzione». Secondo TIM, i problemi sarebbero rientrati nel corso del pomeriggio del 5 febbraio, anche se alcuni utenti continuano a registrare inconvenienti, soprattutto sulla rete fissa.

Contemporaneamente, però, ci si è trovati a dover gestire un attacco hacker – questa volta vero – che non ha riguardato soltanto l’Italia. Dal 3 febbraio, infatti, il CSIRT francese aveva avvisato che i server ESXi erano oggetto di un attacco: in modo particolare, si trattava di una vulnerabilità di quel tipo di software che, tuttavia, era già nota e che, in tanti, non avevano provveduto a fixare. La gang ransomware che ha sferrato l’attacco, praticamente, ha sfruttato questa vulnerabilità, tirando – per così dire – una monetina in aria. Quello che non era facilmente pronosticabile è che tantissimi sistemi non avevano provveduto a risolvere quella vulnerabilità nota.

Va in questa direzione, dunque, la nota dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale in Italia, che ha parlato di «diverse decine di sistemi nazionali verosimilmente compromessi» e che ha «allertato numerosi soggetti i cui sistemi sono esposti ma non ancora compromessi». Per quantificare i sistemi compromessi a livello globale, possiamo dire che siamo nell’ordine del migliaio di unità.

Per riassumere: il down di TIM *non* ha nulla a che fare con l’attacco hacker, anche se questo ha aumentato – nel cittadino comune – la percezione che qualcosa non stesse funzionando a livello di servizi digitali. In ogni caso, il problema al provider italiano si è verificato nella giornata del 5 febbraio e, a livello tecnico, sembra essere stato risolto. L’attacco ransomware, invece, non è una cosa da confinare soltanto alla giornata di oggi: affonda le sue radici in una vulnerabilità individuata già nel 2021 e sfruttata dai criminali informatici che hanno approfittato dell’indolenza di diversi sistemi. Su quest’ultimo problema si basano le comunicazioni dell’ACN in Italia e nei team di cyber-risposta di altri Paesi come la Francia.

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