Ci sono garanzie sulla protezione dei dati personali dopo l’attacco hacker a GSE?

Dopo l'attacco hacker a GSE, ad Arera viene chiesto conto della messa in sicurezza dei dati sensibili degli utenti o dell'eventuale fuga

06/09/2022 di Ilaria Roncone

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha reso conto dell’attacco a livello informatico che, pochi giorni fa, ha colpito i siti di internet di GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e Acquirente Unico bloccandoli. Arera ha reso noto che «gli incontri del Servizio Conciliazione che per tale motivo non possono essere svolti saranno aggiornati d’ufficio e riprogrammati, una volta risolta la problematica tecnica».  Secondo l’associazione consumatori Codici, però, la nota rilasciata da Arera non è sufficiente e servono più garanzie rispetto alla protezione dei dati personali .

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Attacco hacker GSE, mancano garanzie sulla protezione dei dati personali

L’attacco hacker a GSE, seguito da quello a ENI, evidenzia una situazione non trascurabile. Il Segretario Nazionale di Codici, Ivano Giacomelli, evidenzia che la situazione va tenuta d’occhio non solo per le conseguenze relative a informazioni e assistenza ai consumatori: «Il nodo centrale della vicenda, infatti, è la tutela dei dati personali presenti sul portale. È per questo che riteniamo doveroso da parte dell’Autorità fornire ulteriori chiarimenti su quanto accaduto e, al tempo stesso, garanzie sulla tutela dei dati».

«Lo Sportello per il consumatore – spiega Massimiliano Astarita di Codici – è uno strumento che fornisce informazioni ed assistenza ai clienti e utenti finali sulla regolazione nei settori riguardanti energia elettrica, gas, idrico e teleriscaldamento/teleraffrescamento». Questo significa che ad esso possono rivolgersi consumatori domestici, consumatori non domestici e prosumer. «È bene sapere – sottolinea l’esperto – che quando si caricano le conciliazioni, si inseriscono dati personali e copie di documenti di identità e bollette. Parliamo, quindi, di dati sensibili, che potrebbero essere sfruttati da malviventi per rubare l’identità degli utenti, con tutte le conseguenze facilmente intuibili».

La richiesta esplicita fatta da Codici è quella di avere contezza precisa sul fatto che questi dati siano stati o meno trafugati: «Sono stati protetti dai sistemi di sicurezza? Una domanda che nasce spontanea e su cui ci auguriamo che Arera fornisca presto delle risposte, vista la delicatezza della questione».

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