Attacchi hacker russi, Giovanni Salvi: «In Italia nessuna attribuzione certa»

«Si tratta di sospetti per i quali non vi è stata attribuzione dei termini, o almeno io non ne sono a conoscenza»

22/07/2022 di Clarissa Cancelli

Si è parlato molto di possibili attacchi hacker da parte della Russia. La guardia è sempre stata alta, considerando che anche il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si stava preparando alla possibilità di attacchi informatici, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. La minaccia è sempre all’erta e i sospetti sono sempre molti. Lo ha ribadito anche Giovanni Salvi, procuratore generale della Corte di Cassazione.

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Giovanni Salvi: «Sospetti su attacchi hacker ma attribuzione non certa»

Sospetti su attacchi di hackeraggio russo «ci sono e ci sono stati per molti Paesi soprattutto nell’area baltica, in Polonia, Francia, Usa e anche in Italia. Si tratta di sospetti per i quali non vi è stata attribuzione dei termini, o almeno io non ne sono a conoscenza», ha detto Salvi, intervenendo dal palco di UpLodi, in corso all’Auditorium di Banco Bpm a Lodi. «Non sono a conoscenza – ha ribadito Salvi – che in Italia vi sia stata la possibilità di un’attribuzione certa e diretta» degli attacchi. Secondo quanto recentemente riportato da Axios, gli hacker russi starebbero usando persino Google Drive e Dropbox nella loro strategia per entrare negli uffici diplomatici di altri paesi. I ricercatori di Palo Alto Networks hanno affermato che a maggio Cozy Bear, il gruppo di hacker sponsorizzato dallo stato russo, ha condiviso file infetti da malware con ambasciate straniere in Brasile e Portogallo utilizzando Dropbox o lo spazio di archiviazione di Google Drive. Non è chiaro se gli attacchi siano poi effettivamente riusciti. E poi le due realtà  realtà di Killnet e Legion (gruppo che può essere considerato una sua costola). Nell’annuncio «Reclutamento di professionisti nella squadra informatica d’élite SPARTA “LEGION”», si può leggere che la missione della squadra, definita punto per punto, prevede: «Sabotaggio informatico dei paesi della NATO, distribuzione di risorse Internet, Cyber Intelligence, attività finanziarie, furto di informazioni private, esposizione di funzionari della NATO, e altro ancora».

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