Come le nuove linee guida dell’Apple Store ci dicono che Cupertino vede il web3 come una minaccia

Aggiornamenti relativi a quelle app che servono per acquistare token e NFT all'interno dell'app stessa. Cosa succede adesso

25/10/2022 di Gianmichele Laino

Le nuove linee guida di Apple per quanto riguarda tutte quelle app che permettono l’acquisto di NFT o – comunque – che hanno come core business il principio dei token (si pensi a quante applicazioni di gaming garantiscono avanzamenti, acquisizioni di nuovi poteri o funzionalità attraverso l”l’acquisto” di token) sono estremamente volte al concentramento di questi benefici all’interno del perimetro dell’azienda di Cupertino. Come per altri servizi, tutto ciò che avviene – a livello monetario – all’interno dell’applicazione, bypassando dunque i sistemi d’acquisto dell’Apple Store, viene ostacolato. Vediamo cosa prevede di nuovo Apple sugli NFT.

LEGGI ANCHE > L’arco della Pace di Milano diventa NFT e viene venduto per beneficenza

Apple sugli NFT, le nuove linee guida che puntano a depotenziare il web3

Uno degli aggiornamenti recita: «Le app non possono utilizzare i propri meccanismi per sbloccare contenuti o funzionalità, come chiavi di licenza, indicatori di realtà aumentata, codici QR, criptovalute e portafogli di criptovaluta, ecc». Un ulteriore passaggio delle linee guida dell’Apple Store è ancora più esplicito: «Le app possono utilizzare l’acquisto in-app per vendere servizi relativi a NFT, come conio, quotazione e trasferimento». Ciò significa che non si possono reindirizzare gli utenti presso altre piattaforme per acquistare o vendere NFT: vanno utilizzati soltanto i meccanismi attualmente presenti per “monitorare” il flusso di scambio all’interno dell’applicazione. Dunque, se un’app realizza gli scambi di NFT al suo interno, secondo le regole di Apple, possono continuare a funzionare, altrimenti – se queste stesse app reindirizzano gli utenti ad altre piattaforme – non saranno più compatibili con l’Apple Store.

Si tratta di limitazioni che andranno a colpire tutti quegli sviluppatori di gaming che basano i propri prodotti sugli scambi attraverso i meccanismi del web3, attraverso NFT e attraverso criptovalute. Dal momento che le principali fonti di entrate dell’Apple Store arrivano da applicazioni di gioco, è possibile che si voglia mettere un freno a tutti coloro che sviluppano app di gioco basandosi sui principi del web3 (che possono sottrarre potenzialmente dei profitti per Apple).

Gli esperti di web3, i pionieri delle sue tecnologie, coloro i quali stanno fortemente puntando sul metaverso, su tutti i suoi presupposti e su tutti i suoi derivati, insomma, stanno lanciando l’allarme: queste modifiche alle linee guida dell’Apple Store, infatti, sebbene mascherate dal linguaggio tecnico dell’azienda di Cupertino, rappresentano una sorta di prima posizione ufficiale per quanto riguarda il web3. Apple non sembra affatto assecondarlo, ma sembra ostacolarlo. Di fatto, con queste modifiche, sono state tagliate fuori dall’Apple Store tutte quelle applicazioni che fungevano da intermediarie per permettere ai loro utenti di acquistare, su altre piattaforme, criptovalute e NFT.

Share this article
TAGS