L’inutilità di un algoritmo per prevedere la classifica finale della Serie A

Il Cies ha reso noto quello "studio", basato su un incrocio di vari dati, per prevedere l'epilogo dei 23 campionati di calcio europei

24/08/2022 di Enzo Boldi

Piccola doverosa premessa. Gli esperti del Cies sono bravissimi nel fare il loro lavoro e gli approfondimenti che propongono di volta in volta tentano di restituire un quadro al mondo del calcio. Detto ciò, però, è necessario sottolineare alcuni aspetti attorno a questa spasmodica moda di dare importanza a un algoritmo in grado di precedere la classifica finale della Serie A (ma anche degli altri campionati). Negli ultimi giorni, infatti, moltissime persone hanno condiviso l’ultimo lavoro effettuato dall’osservatorio internazionale del calcio, dando per scontato alcuni aspetti “freddi” che cancellano qualsiasi criterio di imprevedibilità nel mondo del pallone.

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Iniziamo mostrando quella che, secondo l’algoritmo classifica Serie A, dovrebbe essere la situazione finale di questa stagione calcistica italiana appena iniziata.

Inter Campione d’Italia, Milan in seconda posizione seguito da Napoli e Juventus. Atalanta e Roma in zona Europa League, mentre la Lazio settima e in Conference League. Poi la classifica scorre fino alla zona retrocessione: Cremonese, Salernitana e Lecce “condannate” alla Serie B.

Algoritmo classifica Serie A, è veramente necessario?

Come si è arrivati a questo “risultato”? La spiegazione arriva dallo stesso osservatorio internazionale sul calcio CIES: «Le previsioni sono state effettuate sulla base di un modello statistico che includeva le prestazioni delle squadre nelle due stagioni precedenti, il capitale di esperienza dei giocatori attuali e le spese di mercato dei club». Il primo e il terzo punto sono piuttosto chiari: si valutano le prestazioni e i risultati ottenuti dalle singole squadre nel corso degli ultimi due anni e si incrociano con i dati relativi al calciomercato (entrate e uscite). A questo si aggiunge un punto: il capitale di esperienza dei giocatori presenti in ogni singola rosa. In cosa consiste?

«Il primo passo nel metodo del capitale di esperienza consiste nel calcolare un coefficiente di forza sportiva per ogni club del mondo, con il quale poi pesare i minuti giocati dai calciatori. Per fare ciò, calcoliamo prima il livello sportivo dei campionati considerando i risultati ottenuti dai loro membri nelle competizioni internazionali per club (Champions League, Europa League, Copa Libertadores, ecc.) negli ultimi cinque anni.
Al campionato viene poi applicata una ponderazione in base al livello di competizione a scala nazionale (100% per la massima serie, 50% per la seconda, 25% per la terza, ecc.). Un punto segnato in un campionato di massima serie ha quindi un peso equivalente a due punti ottenuti in un campionato di seconda divisione. Nonostante alcune differenze tra i paesi, questo rapporto corrisponde a quello osservato a livello globale nelle coppe nazionali per partite avversarie di squadre di diverso livello».

Insomma, una macchina complessa di dati che si uniscono e si intersecano basandosi sul potenziale di un singolo giocatore e moltiplicati per “l’esperienza” della squadra di cui fanno parte. Il tutto con sullo sfondo anche un ranking sul campionato di riferimento.

Cosa aveva previsto lo scorso anno

Questo, di fatto, è l’algoritmo utilizzato per fare una previsione sull’esito del campionato di Serie A in corso. È affidabile? Facciamo un confronto con le previsioni dello scorso anno. Il CIES aveva indicato – sempre basandosi su questo calcolo freddissimo – l’Inter Campione d’Italia, il Napoli secondo seguito da Milan e Roma. Atalanta e Juventus in Europa League e Lazio in Conference. Retrocesse in Serie B Venezia, Spezia e Salernitana. Ma è finita diversamente: Milan Campione d’Italia, Inter seconda, Napoli e Juventus in Champions League, Lazio e Roma in Europa League e Fiorentina in Conference League. Retrocesse Cagliari, Genoa e Venezia.

Insomma, tra l’algoritmo classifica Serie A 2021/2022 e l’esito reale ci sono state molte differenze. Quindi, lunga vita ai calcoli e alle previsioni, ma lo sport (in particolare il calcio) non può fare i conti solamente con dati numerici freddi e statistiche. Ci sono cose imprevedibili e per questo è uno degli sport più amati al mondo.

(foto IPP/andrea vignoli)

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