Google mette in campo nuove misure di contrasto al clickbait nei risultati di ricerca
La lotta al clickbait di Google passa per l'affinamento dell'algoritmo che, istruito a dovere, andrà a favorire i risultati di ricerca originali e che aggiungono contenuti nuovi
19/08/2022 di Ilaria Roncone
La novità riguarda – per ora e a partire dalla prossima settimana – le ricerche su Google in lingua inglese. L’azienda è pronta a salire un ulteriore gradino nella lotta di Google contro clickbait: la novità è stata annunciata sul blog insistendo, in particolar modo, sul fatto che i risultati della ricerca forniranno più contenuti fatti da persone per le persone. Non viene specificato apertamente come verranno individuati i siti web ingannevoli però viene chiarito come – per affinare l’algoritmo in modo che favorisca contenuti di qualità nel posizionamento SEO – ci siano a disposizione numerosi dati e risorse di apprendimento automatico che possono analizzare ricerche e visite su determinati siti, così come il tempo trascorso, dopo il click. Questo meccanismo servirà per capire quali sono i contenuti di scarsa qualità e che non forniscono informazioni scritti sfruttando il meccanismo di posizionamento e che, di conseguenza, andranno penalizzati.
LEGGI ANCHE >>> C’è chi è riuscito a fare clickbait su Youtube con gli highlights di una partita non ancora giocata
Le nuove misure di Google contro clickbait
Lo scopo di Google è quello di penalizzare il clickbait andando a favorire, invece, tutti quei contenuti originali, di qualità e che aggiungono qualcosa di nuovo all’argomento. Da quando Google è nato come motore di ricerca, nel 1997, il lavoro per migliorare i risultati ottenuto digitando nella barra è stato costante, alla ricerca della migliore accuratezza possibile dei risultati forniti.
Sono tanti quelli che, nel tempo, hanno provato a sfruttare il meccanismo di posizionamento SEO per fare pubblicità, diffondere informazioni falsi e ottenere gli scopi più disparati. Il ckickbait ha spinto sempre le persone a cliccare, incuriosite, per poi ottenere assolutamente nulla ed entrare in pagina che – nel peggiore dei casi – possono essere addirittura vuote, ingannati da titoli fuorvianti.
Cosa cambia a livello pratico?
Come chiarisce anche Digitaltrends, capire in che modo cambieranno i risultati che otteniamo dalle nostre ricerche è più semplice con un esempio pratico. A migliorare in maniera più evidente saranno i risultati di ricerca contenuti relativamente a istruzioni online, shopping, tecnologia, arte e intrattenimento. Un esempio pratico: spesso e volentieri capita che tra i primi risultati, se si cercano informazioni su un film, compaiano siti che hanno copiato e incollato recensioni – frutto di lavoro altrui – meglio posizionate perché frutto di un SEO forzato appositamente.
Ora verranno premiati contenuti e informazioni che forniscano commenti originali. Oggetto dell’aggiornamento saranno – come si legge sul blog – quei contenuti che «sembrano progettati per attirare clic piuttosto che per informare i lettori». Va da sé che, in teoria, anche i testi creati da bot (quindi privi di contributo umano) dovrebbero essere più facilmente riconoscibili e penalizzati di conseguenza (Google parla di contenuti che «potrebbero non avere gli approfondimenti desiderati, o potrebbero anche non sembrare creati per, o addirittura da, una persona»).