Il titolo social del Corriere che «ribalta il risultato» dell’intervista a Borghese
Tanti hanno commentato senza aver letto tutti i passaggi dell'articolo, ma così si restituisce un pensiero che non sembra completamente in linea con quanto detto dallo chef
25/10/2021 di Gianmichele Laino
Un titolo che può confermare o ribaltare completamente il risultato. Soprattutto in presenza di paywall che non permette alla maggior parte degli utenti sui social network di poter fruire di tutta l’intervista del Corriere della Sera allo chef e star della televisione tematica Alessandro Borghese. Il quotidiano di via Solferino ha dato due titoli diversi all’intervista che si basa tutta sul rapporto tra i giovani e il mondo del lavoro nel settore della ristorazione. Sui social network ha proposto questa sintesi: «Alessandro Borghese: “Non trovo personale, oggi i giovani chiedono garanzie, stipendi più alti, turni…”»; sul sito web un più neutro: «Alessandro Borghese: “Non trovo personale, pochi vogliono ancora fare lo chef”».
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Intervista del Corriere ad Alessandro Borghese e il titolo sui social network
In un periodo in cui la saga dei datori di lavoro che fanno offerte megagalattiche e sostengono di non trovare personale perché non si accettano i ritmi di lavoro richiesti, l’intervista di Borghese sembrerebbe – a una prima occhiata – inserirsi in questo filone. Un filone criticatissimo, proprio perché molto spesso le parole degli imprenditori non corrispondono alla realtà dei fatti. È la percezione, in realtà, che diversi utenti dei social network hanno avuto. I commenti all’articolo – uno dei contenuti con maggiori interazioni nella giornata di oggi per quanto riguarda il Corriere della Sera – vanno in questa direzione. Molte persone – visto che il contenuto è destinato soltanto agli abbonati – hanno avuto questa percezione e hanno commentato l’articolo basandosi sul titolo. Diverse agenzie di stampa hanno ripreso questa parte del ragionamento di Alessandro Borghese, enfatizzando questa posizione sulla ricerca di personale, sul fatto di orientarsi su persone meno qualificate ma che abbiano voglia di apprendere, sulla chiusura settimanale dei suoi locali.
Ma cosa c’è scritto, invece, nell’intervista? La posizione di Borghese sembra fotografare una situazione, ma non sembra affatto criticarla. Sostiene, ad esempio, che il lavoro in cucina è cambiato e che il momento di svolta è stato quello della pandemia. Si afferma con consapevolezza che prima il lavoro dello chef era «sottopagato» e che adesso, invece, i ragazzi vogliono delle garanzie. Non è un’analisi critica, ma una presa di coscienza, tanto che in due passaggi dell’intervista, Alessandro Borghese sembra voler andare incontro proprio a queste esigenze: «Sicuramente bisogna lavorare in modo diverso – dice -. Sta già succedendo […]. Il riposo e i turni sono fondamentali e noi chef, che siamo brand ambassador della cucina italiana, dobbiamo ascoltare le richieste dei ragazzi e delle ragazze che rendono possibile il nostro lavoro». E poi, in chiusura, Borghese afferma: «Bisogna essere datori di lavoro seri, dare prospettive. Se vogliamo che questo settore sia centrale per l’Italia è l’unica strada. Senza personale qualificato non andiamo da nessuna parte, se si trovano male i clienti non tornano».
Dunque, i giovani che si affacciano a questo settore chiedono garanzie. Ma Borghese sembra dar ragione a questa prospettiva. Il solo titolo social dell’intervista non rende particolarmente giustizia alle parole dello chef.