Se stai per pubblicare un commento potenzialmente offensivo YouTube ti inviterà a ripensarci
YouTube combatte l'hate speech invitando l'utente a ripensare al contenuto del commento che sta per pubblicare
04/12/2020 di Ilaria Roncone
Tutti i social si stanno adoperando per pulire la propria piattaforma dall’hate speech e dai commenti offensivi, ognuna a modo proprio, e l’ultima novità arriva da YouTube. Il social dei video ha pensato a un alert che consiglierà agli utenti che stanno per pubblicare un contenuto potenzialmente offensivo di ripensarci. Ciò non vuol dire che verrà loro impedito di pubblicare il commento, chiariamolo, ma semplicemente che comparirà un messaggio che li invita e riflettere su quanto stanno per postare.
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Alert YouTube contro commenti di odio
L’idea di YouTube è quella di mostrare un avviso a tutti quegli utenti che staranno per pubblicare commenti ritenuti offensivi. Si tratterà di un invito a ripensarci e a considerare meglio il contenuto che si sta per postare. Questa mossa fa parte di una strategia messa in campo dalla società allo scopo di ripulire la piattaforma da linguaggi inappropriati e commenti offensivi. Stop al linguaggio dell’odio e benvenuto a quello dell’inclusività, quindi, con l’alert Youtube contro i commenti di odio.
L’invito a leggere le linee guida YouTube
Nel messaggio che comparirà all’utente l’invito sarà quello a fare commenti rispettosi e a leggere le linee guida del social per capire se quanto si sta per pubblicare sia o meno appropriato e perché. Come abbiamo già chiarito, comunque, si tratterà di un invito ma non di un divieto: se – nonostante quanto fa notare YouTube – l’utente riterrà opportuno procedere, sarà liberi di pubblicare il commento senza modificarlo. YouTube ha sottolineato anche gli investimenti in tecnologie per rimuovere i commenti inappropriati: rispetto agli inizi del 2019 il numero dei commenti che ogni giorno vengono rimossi perché incitano all’odio è aumentato di 46 volte; nel terzo trimestre la piattaforma ha chiuso più di 1,8 milioni di canali, 54 mila di questi a causa del linguaggio d’odio utilizzato. Questo dato è il più alto mai registrato e supera di tre volte quello del trimestre precedente.