Alberto Sordi, Luca Manfredi e Edoardo Pesce: “Doveroso ricordarlo, un film intimo e autentico” | Video

Permette? Alberto Sordi ” è un omaggio all’unico vero Albertone nazionale nel centenario della nascita. Un film che vuole celebrare un “gigante” del nostro cinema, uno dei più amati e apprezzati artisti a livello internazionale, che ha contribuito a rendere grande nel mondo la commedia all’italiana. Da giovane aspirante attore, con i primi no e le tante porte chiuse per la dizione ritenuta “troppo romanesca” ai primi lavori da doppiatore, dai palcoscenici del varietà alle tante trasmissioni Radio, fino ad approdare finalmente sui set cinematografici dove Alberto  Sordi è diventato semplicemente il più grande attore del nostro tempo. Un gigante che ci ha fatto emozionare come pochi altri al mondo, capace di girare più di 200 film e di avere anche riconoscimenti internazionali come il Golden Globe. Il film di Luca Manfredi interpretato da un eccezionale Edoardo Pesce andrà in onda su Rai 1 il 21 aprile in occasione del Natale di Roma, ma prima passerà al cinema il 24,25,26 febbraio in un evento imperdibile. Vista l’emergenza Coronavirus, la fiction andrà in anteprima su Rai1 martedì 24 marzo.

Alberto Sordi, Luca Manfredi e Edoardo Pesce al photocall
Alberto Sordi, Luca Manfredi e Edoardo Pesce al photocall

Luca Manfredi, figlio del grande Nino, ha conosciuto personalmente Alberto Sordi e ha portato ovviamente qualcosa nel film biografico: “Ho riportato alcune caratteristiche personali di Alberto Sordi in Edoardo perché l’ho conosciuto. Noi abbiamo voluto raccontare una parte inedita e giovanile di Alberto Sordi, lui come mio padre Nino rappresenta un patrimonio artistico che rischia di essere dimenticato”, poi continua confessando qualcosa di incredibile per chiunque abbia mai visto un film di Alberto Sordi “decisi di fare  un film su mio padre perché gli amici di mio figlio non lo conoscevano. Alla domanda chi è l’albertone nazionale rispondevano quello sugli sci o quello dei documentari Rai (Alberto Angela ndr). Il servizio pubblico ha il compito di fare queste operazioni per ricordare e far conoscere questi artisti”.

Poi incalzato su un aneddoto carino legato ad Alberto Sordi il regista ha raccontato la genesi di una delle sue battute più celebri: “Una volta stavano lavorando insieme con papà al film di Ettore Scola “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” e ogni tanto veniva a casa. Una domenica vedendoci tutto insieme attorno alla tavola disse “Che bella famiglia che hai Nino”, poi quando papà gli rispose “Quando te la fai te una?” lui se ne uscì con la sua celebre battuta “Ma che me metto un’estranea dentro casa?” È nata così ed ora è diventata un tormentone”.

Edoardo Pesce è stato il prescelto per un ruolo scomodo, ingombrante, ma anche in grado di dare tanta soddisfazione perché ha reso davvero giustizia all’immenso Alberto Sordi: “Quando Luca mi ha chiamato per il film gli ho chiesto ‘Sordi chi lo fa?’ (Risate ndr). Abbiamo fatto un provino fatto bene, 8 ore con la troupe per fare tre scene e anche rivedendole ho pensato che avevo qualcosa che lo richiamava. Abbiamo lavorato su questa mia romanità e musicalità. Abbiamo insieme tarato il personaggio, spero che non ci sia niente di pretenzioso. Luca ha detto che dovevo mettere la parlata e delle cose che alla fine ci sono nel film. Il saltello mi è venuto facile. Credo che potrà essere apprezzata l’onestà dell’interpretazione, sono stato istintivo e non mi sono documentato troppo. Mi è bastato l’Alberto Sordi che conoscevo, io vengo da una famiglia romana e quindi questo suo modo di parlare  c’era già a casa nostra. La sua era una romanità nobile, con i suoi tempi linguistici. La sua è la romanità di Proietti, Magnani e Fabrizi, non quella dei cafoni”.

Quando gli fanno notare che Edoardo Pesce ha 40 anni ed interprete un Alberto Sordi 18enne il regista Luca Manfredi giustifica così la sua scelta : “Ho fatto la stessa scelta con Elio Germano per mio padre. Ho preferito avere un solo attore per tutto questo arco di tempo, sarebbe stato sbagliato cambiare gli attori. Edoardo è abbastanza camaleontica. Questa è una scelta individuale in una biografia”, con anche lo stesso attore che ha ammesso “Anche io ho pensato che all’inizio non fosse credibile, è come se avessimo scelto di interpretare una maschera e non dare un approccio naturalistico”.

Un’esperienza lavorativa e umana difficile, ma appagante per Edoardo Pesce : “Tutti mi dicevano ma che fai Sordi? E quando dicevo di sì mi dicevano so cazzi tuoi. Io avevo molte insicurezze e remore sia sull’età che fisicamente. Questa è l’esperienza lavorativa in un film a cui mi sono affezionato di più. Stando un mese nel personaggio si è creata una magia privata. Ho immaginato questo Sordi privato che sembrava davvero l’avessi conosciuto. Ho lavorato di fantasia avendo un’idea quasi astratta di quest’uomo. La tensione, l’ansia di questo ruolo l’ho sentita anche un po’ per la vicinanza essendo romano. Mi ci sono affezionato a livello umano. Non è stato facile a causa di uno sciopero che ci ha bloccato per 10 giorni abbiamo lavorato 11 ore al giorno, un sacrificio però fatto volentieri”.

Edoardo Pesce è stato straordinario anche nel riproporre quella cattiveria comica tipica del grande Alberto Sordi, quasi a dimostrare di averne colto davvero l’essenza: “Credo di avercela messa un po’, la sua era una tenerezza che mi appartiene. Ho una forma di fragilità e malinconica fanciullezza che cerco sempre di mettere nei miei lavori. Parto sempre dalla fragilità di un personaggio. Perché la maschera di Alberto Sordi è sempre pronta e scherzosa, ma io ho amato della sua filmografia i lavori più fragili. Quando Sordi toglie la corazza vedi la sua vera vita. Ho cercato di mettermi a nudo per poterlo restituire”.

Poi l’attore fa una confessione, ovvero di aver chiesto direttamente l’aiuto ad Alberto Sordi: Io sono andato il 15 giugno a trovare Alberto Sordi sulla sua tomba, me lo aveva suggerito Marcellino Fonte. Sono andato al Verano il giorno del suo compleanno con la moto, faceva caldissimo. Non c’era un’anima e sembrava la scena di Verdone con la nonna. Ho trovato il lotto della tomba su Wikipedia, gli ho portato due fiori giallorossi. Anche li ho trovato altri fiori giallorossi. La sua non è una vera tomba, ma una cappella un po’ distante dalla lapide con un vetro e gli ho detto ‘Signor Sordi mi dia una mano’. Non volevo fare brutta figura”.

Edoardo Pesce poi parla della sua idea di interpretare Alberto Sordi come una maschera personale: “Quella che ho portato in scena è una nostra idea. Io la sua parlata la facevo anche con gli amici attori tra di noi in passato. È una maschera della nostra cultura e commedia dell’arte. La sua maschera poi è fatta dalle maschere fatte da lui con i suoi personaggi, penso che un altro attore romano lo avrebbe fatto in modo diverso. Credo che tanti possano dare una loro interpretazione, io ho cercato di sottrarre le altre maschere e lasciare solo quella di Alberto”.

Quando gli si chiede di Carlo Verdone e del suo possibile giudizio sul film Edoardo Pesce confessa: “Ho fatto già una battuta dicendo che Carlo Verdone avrebbe potuto fare Alberto Sordi. Ci sono persone che fanno un culto su di lui, si va a toccare un mito per tanta gente. Carlo Verdone parla sempre del suo amore per Sordi, quindi per quello ho detto di temere il suo giudizio. Vedremo che ne pensa”.

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