AIFA dice che i casi di decesso correlabile a tutti i vaccini somministrati, al 26 maggio, sono 4 in tutto
L'ultimo rapporto sulla sorveglianza delle immunizzazioni anti-Covid in Italia evidenzia il numero totale degli eventi fatali avvenuti nei giorni successivi all'inoculazione
11/06/2021 di Enzo Boldi
Il tema è molto delicato e di attualità. La notizia del decesso di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante deceduta ieri pomeriggio a causa di trombosi al seno cavernoso, ha ovviamente provocato moltissime perplessità sulla gestione della campagna vaccinale in Italia. Nelle ultime ore gli esperti della prima ora hanno affollato i salotti televisivi – ma anche le pagine dei giornali – con quel classico “telavevodettismo” che condanna (ora) la scelta degli Open Day Astrazeneca aperti in molte Regioni. Ma la questione è molto più profonda, per questo dobbiamo provare ad analizzare la questione dei morti dopo vaccino con i numeri (pubblici) a nostra disposizione.
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Per fare questa analisi facciamo riferimento a una fonte ufficiale, la principale in Italia per quel che riguarda i farmaci. L’ultimo report AIFA sulla Sorveglianza dei vaccini Covid-19 riporta il numero totale delle segnalazioni di “eventi fatali” avvenuti a partire dal 27 dicembre 2020 (il famoso Vax-day), fino al 26 maggio scorso. Si tratta di un rapporto mensile, quindi i prossimi dati saranno pubblicati e resi pubblici alla fine di questo mese. In particolare, vista l’attualità del tema, la nostra attenzione finisce a pagina 22 di questo report. Ed è lì che troviamo una tabella che, ovviamente, deve essere ben spiegata e non letta solo algebricamente.
Questo dato, per caratteristiche, non deve esser preso per Vangelo. Ovvero, non si tratta del numero effettivo dei decessi correlati alla somministrazione del vaccino. Come spiegano gli esperti dell’Agenzia Italiana del Farmaco, questi 328 “casi fatali” sono frutto di segnalazioni. Cosa vuol dire? Si parla del totale tra quegli eventi che – in seguito alle analisi effettuate post mortem – sono risultati con un rapporto causa-effetto “non correlabile“, “indeterminato“, “inclassificabile” e “correlabile“.
Morti dopo vaccino, cosa dice l’ultimo report di sorveglianza dell’AIFA
Adesso, dopo aver offerto un quadro di introduzione generale sul tema dei morti dopo vaccino, leggiamo con attenzione le parole utilizzate dall’AIFA nel suo report sulla Sorveglianza dei prodotti anti-Covid.
Al momento della stesura di questo documento, il 68,6% delle schede (225 su 328) presenta una valutazione di causalità con l’algoritmo utilizzato nell’ambito della vaccinovigilanza (Algoritmo OMS), in base al quale il 57,8% dei casi è non correlabile, il 36,9% indeterminato e il 3,6% inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo. In quattro casi (1,8% del totale), la causalità risulta correlabile. Tre casi sono stati già descritti nei report precedenti. Il quarto caso si riferisce a un uomo di 58 anni (affetto da ipercolesterolemia e sottoposto in passato a tiroidectomia), deceduto dopo 17 giorni dalla prima dose del vaccino, per trombosi delle vene splancniche con trombocitopenia, splenomegalia, emoperitoneo e conseguente ischemia splancnica. Il caso è stato interpretato come sospetta trombosi in sede atipica associata a trombocitopenia in paziente vaccinato con Vaxzevria e valutato come correlabile, in attesa di ulteriori informazioni dall’esame autoptico.
Quattro casi definiti “correlabili” sulle 328 segnalazioni pervenute dal 27 dicembre scorso (al 26 maggio 2021). Questo è il dato più evidente che emerge dall’ultimo rapporto dell’AIFA. Non c’è riferimento – relativamente a questi quattro morti dopo vaccino – al prodotto utilizzato per l’immunizzazione. Sta di fatto che il CTS, chiamato a decidere se rende quell’indicazione (che non era un obbligo) sull’utilizzo di Astrazeneca per gli over 60, dovrà prendere in considerazione questi dati per decidere il futuro della campagna vaccinale italiana.