Quando Musk aveva annunciato pubblicamente un’altra acquisizione e in realtà non se ne è fatto niente

L'ex direttore di New Scientist spiega quali sono gli "indicatori chiave" di un'offerta pubblica di acquisto ostile da parte di Musk

13/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Pochi minuti fa vi abbiamo parlato dell’ultima trovata di Elon Musk ovvero della sua dichiarazione in merito all’accordo per l’acquisto di Twitter che ora è «temporaneamente sospeso», dopo che il social ha dichiarato che gli account falsi o spam costituivano meno del 5% dei suoi 226 milioni di utenti attivi ogni giorno. L’imprenditore, tramite il suo profilo Twitter ha pubblicato un collegamento ad un rapporto Reuters del 2 maggio sul deposito di Twitter, dichiarando di voler vedere i calcoli dell’azienda: «La trattativa Twitter è temporaneamente sospesa in attesa di dettagli a supporto del calcolo che gli account spam/falsi rappresentano effettivamente meno del 5% degli utenti». In realtà, però, se si guarda al passato, Musk è famoso per annunciare notizie e acquisizioni fake per, poi, ritirarle. Così, un ex editore digitale della rivista New Scientist ha raccontato la sua esperienza su come la sua azienda abbia gestito un’offerta di acquisizione da parte di Musk tempo fa.

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Acquisizione fake di Musk: non è la prima volta che l’imprenditore annuncia l’acquisto e poi si tira indietro

Conrad Quilty-Harper di Bloomberg, la scorsa settimana scrive: «Barbari al cancello? Prova il miliardario nei DM», intendendo che la recente «offerta non richiesta» di Elon Musk per acquisire la piattaforma Twitter ha rappresentato un «evento scatenante» che gli ha fatto tornare in mente gli eventi che circondarono l’offerta di acquisto del 2019 di Musk di New Scientist. Il 5 aprile 2019, Musk twittava, in risposta a New Scientist: «Per favore, aggiusta il tuo paywall. I tuoi contenuti sono fantastici, ma il tuo paywall no», aggiungendo di aver pagato un abbonamento almeno tre volte, ma che il suo paywall continuava a dimenticarlo.

I followers di Musk quindi twittavano consigli per acquistare lui stesso la rivista.

In risposta, il CEO di Tesla e SpaceX pareva accogliere i consigli dei suoi seguaci per poi twittare:«Quanto costa?». Alla fine, scrive Quilty-Harper: «Un accordo non è avvenuto, anche se la società è stata successivamente venduta al Daily Mail Group per circa 70 milioni di sterline (92 milioni di dollari)», aggiungendo «Ma l’offerta di Musk ha fatto sì che la direzione si affannasse su come rispondere». Lo stesso ha aggiunto che la sua esperienza personale gli aveva ormai insegnato a rilevare gli «indicatori chiave» che individuano un’imminente «acquisizione ostile» da parte di Musk. Secondo Quilty-Harper: «Il primo segnale di avvertimento di un’imminente offerta di acquisto da parte di Musk è che sta seguendo il tuo account. Ti sta @ con  tweet criptici ? Ti scrive in DM?». Lo stesso si riferisce a tweet di questo calibro:

La mossa successiva, davanti agli scherzi del ricchissimo imprenditore, è quella di mantenere la calma: «Se Musk twitta che vuole acquistare la tua azienda, non farti prendere dal panico», aggiungendo «Buon consiglio in ogni circostanza. In particolare in quella in cui il destino della tua azienda dipende dai capricci dell’uomo più ricco del mondo – con un seguito su Twitter di 81,7 milioni – che sembra godersi il caos». Quilty-Harper ha anche invitato le aziende che dovessero affrontare situazioni del genere a fidarsi del proprio social media manager, che ha individuato come «la persona più importante dell’intera azienda». Non solo, perché sarebbe anche utile attivare un «piano di gioco emoji». Quest’ultimo potrebbe essere il «giusto equilibrio» tra prendere seriamente l’offerta e buttarla sul ridere se invece l’offerta si rivela uno scherzo. Quilty-Harper ha aggiunto che è anche importante essere «concisi» quando si risponde a Musk, con ciò facendo riferimento alla risposta del CEO di New Scientist, Nina Wright, che è stata pubblicata entro mezz’ora dall’offerta di Musk.

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