Twitter chiede agli utenti come dovrebbe comportarsi con gli account dei politici

Avviato un sondaggio online per ridisegnare la geopolitica social

19/03/2021 di Enzo Boldi

La democrazia passa anche dalla rete. Questo sembra essere il nuovo obiettivo di Twitter che nei prossimi giorni si rivolgerà direttamente agli utenti per chiedere loro una valutazione sulle regole diverse di cui usufruiscono gli account dei leader politici e dei rappresentanti delle istituzioni. Perché, a differenza dei “comuni mortali”, i personaggi che fanno politica godono di privilegi che non sono per tutti, anche sui social. Per questo motivo, il social dei messaggi brevi (anche se ormai non è più solo quello) ha avviato un sondaggio online per chiedere agli utenti una valutazione delle regole degli account Twitter politici.

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Il sondaggio ha preso il via oggi, venerdì 19 marzo 2021, e si concluderà il prossimo 12 aprile: si tratterà di alcune domande poste agli utenti in 14 lingue (arabo, cinese, inglese, farsi, francese, hindi, indonesiano, giapponese, coreano, portoghese, russo, spagnolo, tagalog e urdu), ma non in italiano. L’obiettivo è quello di rendere meno palese il dislivello tra gli account Twitter politici e quelli gestiti dai singoli cittadini. Perché le differenze sono molto evidenti, soprattutto parlando di hate speech e disinformazione.

Account Twitter politici, quali sono le “regole” attuali

Lo stato dell’arte mostra un regolamento ad hoc per tutti quei profili gestiti dai leader mondiali o da personaggi di spicco della politica (nazionale e internazionale). E le differenze sono elencate in una pagina apposita del blog di Twitter, che fa riferimento all’ultimo aggiornamento datato 2019. Tra le “concessioni” troviamo alcuni punti fondamentali:

  • Valutiamo i Tweet segnalati dai leader mondiali in base alle Regole di Twitter , che sono progettate per garantire che le persone possano partecipare alla conversazione pubblica in modo libero e sicuro.
  • Ci concentriamo sulla lingua dei Tweet segnalati e non tentiamo di determinare tutte le potenziali interpretazioni del contenuto o il suo intento.
  • Al momento, le interazioni dirette con altri personaggi pubblici, i commenti su questioni politiche del momento o le sciabole di politica estera su questioni economiche o militari non violano generalmente le Regole di Twitter.
  • Tuttavia, se un Tweet di un leader mondiale viola le Regole di Twitter ma c’è un chiaro valore di interesse pubblico nel mantenere il Tweet sul servizio, potremmo inserirlo dietro un avviso che fornisce il contesto sulla violazione e consente alle persone di fare clic desiderano vedere il contenuto.

In particolare, dunque, la principale differenza tra gli utenti base e gli account Twitter politici sta nell’ultimo punto di questo elenco: in caso di violazione delle regole del social, il post incriminato pubblicato da un personaggio politico (come accade già con Trump prima della decisione di bannarlo dopo i fatti di Capitol Hill) viene solamente “etichettato”. E parliamo di hate speech (quindi insulti rivolti a una determinata persona) o di disinformazione. Per “i comuni mortali”, invece, Twitter procede con la cancellazione del post e (eventualmente) con la rimozione dell’account incriminato.

Come potrebbe cambiare la situazione

Il sondaggio avviato oggi da Twitter potrebbe ribaltare la situazione, come obiettivo dichiarato nel blog: «In generale, vogliamo sentire dal pubblico se crede o meno che i leader mondiali debbano essere soggetti alle stesse regole degli altri su Twitter. E, se un leader mondiale dovesse violare una regola, quale tipo di azione esecutiva è appropriata». Il 12 aprile, il social valuterà i feedback ricevuti. Qualora gli utenti indicassero la via “dell’uguaglianza” tra i loro account e quelli dei leader politici, Twitter modificherà in corsa le sue regole. Insomma, ne vedremo delle belle: addio alla propaganda populista condita da fake news e agli atteggiamenti di odio (come le gogne mediatiche) partite e rilanciate da determinati personaggi.

(foto di copertina: da Pixabay)

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