Facebook e Twitter bloccano Trump, come un hater qualunque
La decisione dei due colossi dei social media
07/01/2021 di Gianmichele Laino
L’account Trump sospeso dai social network, come se fosse un qualsiasi hater o un bot o un utente non meglio identificato. Una mossa forte e che potrebbe anche essere più aspra nelle prossime ore. Facebook e Twitter – seppure con diverse modalità – hanno deciso che, dopo i fatti che si sono verificati in Campidoglio (con l’assalto al Congresso e le successive quattro vittime che gli scontri hanno provocato) e dopo la timida reazione del presidente Trump, i suoi account social andavano fortemente limitati, poiché ritenuti responsabili di istigare le violenze.
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Account Trump sospeso dai social network
Facebook ha comunicato che il profilo del presidente uscente degli Stati Uniti è stato sospeso per 24 ore. Twitter, invece, ha annunciato la sospensione per 12 ore – subito dopo che il presidente aveva utilizzato proprio il social di Jack Dorsey per rivolgere il suo timido appello ai manifestanti affinché «tornassero a casa» -, ma non ha escluso provvedimenti più severi in futuro. Questi provvedimenti, come la rimozione dell’account, potrebbero essere attuati se Donald Trump dovesse continuare a diffondere teorie del complotto e notizie false sullo stato delle elezioni americane 2020 che lo hanno visto cedere il passo a Joe Biden.
E se Facebook ha reso pubblica la sospensione del profilo di Trump per 24 ore, anche YouTube ha voluto dire la sua in questa azione collettiva dei social media contro il presidente uscente: il video che Trump aveva girato dal cortile della Casa Bianca per dire stop all’attacco a Capitol Hill, infatti, è stato rimosso dalla piattaforma (Twitter, prima di rimuoverlo, ne aveva bloccato le interazioni poiché le immagini erano state considerate dai suoi moderatori veicolo d’odio).
Le decisioni di Facebook, Twitter e YouTube la dicono lunga sul ruolo che i social media hanno avuto prima nell’elezione di Trump, poi nel corso dei suoi 4 anni di presidenza, infine in quest’ultima campagna elettorale dove, non a caso, dopo le evidenti intemperanze di Trump, questi stessi social network hanno iniziato a prendere provvedimenti contro di lui.
Post e video di Trump: le reazioni dei board dei social media
Cosa deve fare Trump per riavere il controllo dei suoi account? Secondo quanto riportato da fonti interne di Twitter, al presidente uscente basterebbe rimuovere i suoi tweet contestati per tornare a utilizzare il social network. Un grattacapo notevole per chi gestisce la comunicazione di Trump, ammesso che il suo team (nelle prossime ore sono attese dimissioni in massa) abbia ancora voglia di dargli supporto. Per quanto riguarda Facebook, invece, la società di Mark Zuckerberg ha affermato: «Le violente proteste in Campidoglio oggi sono una vergogna. Vietiamo incitamento e appelli alla violenza sulla nostra piattaforma. Stiamo attivamente esaminando e rimuovendo qualsiasi contenuto che infrange queste regole». Compresi, appunto, quelli del presidente uscente. Sempre da Facebook – attraverso Guy Rosen, che monitora il settore dell’integrità e dell’etica del social network, fanno sapere che la scelta radicale è dettata dal fatto che la situazione che si è venuta a creare in Campidoglio fosse una vera e propria situazione d’emergenza e, in momenti di crisi, le misure da adottare sono proporzionali.
This is an emergency situation and we are taking appropriate emergency measures, including removing President Trump’s video. We removed it because on balance we believe it contributes to rather than diminishes the risk of ongoing violence.
— Guy Rosen (@guyro) January 6, 2021
E intanto, all’interno del team di Twitter, si allarga il partito di chi è intenzionato a bloccare per sempre l’account di Trump: anche coloro che, negli ultimi 4 anni, hanno “difeso” la posizione dell’inquilino della Casa Bianca stanno vacillando e stanno cedendo il passo all’idea di eliminare un account da sempre ritenuto controverso, ma che tutti avevano timore di disattivare. In fondo, era il presidente degli Stati Uniti d’America.