Ecco un nuovo Facebook file: il social sottostimerebbe gli account duplicati (e non è un bene per gli investitori)

Continuano i leak che escono fuori attraverso il Wall Street Journal: arriva una nuova ombra sul social network di Mark Zuckeberg

22/10/2021 di Redazione

C’è un altro colpo che Mark Zuckerberg deve schivare e arriva direttamente dal Wall Street Journal, come sempre. Questa volta, si parla di account doppi (o tripli) sul social network e sulle stime che, nei report periodici, l’azienda di Menlo Park ha diffuso per i propri investitori e per gli inserzionisti pubblicitari. Ancora una volta, è un documento interno – che non è stato divulgato al di fuori del campus aziendale – a gettare luce su un problema di cui la società sarebbe a conoscenza, ma che non avrebbe trovato la giusta rilevanza. Sulle 5mila registrazioni recenti alla piattaforma, stando al documento, «tra il 32% e il 56% sono state create da utenti che avevano già account precedenti». Un tema fondamentale: Facebook sta crescendo in termini di nuovi utenti? O stiamo parlando sempre delle stesse persone? Questa cosa va a impattare l’assetto pubblicitario? In che modo può modificare i piani di business?

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Account doppi su Facebook, la società ha fornito dati attendibili?

Il documento fa parte dei cosiddetti Facebook files che il Wall Street Journal sta centellinando in questi giorni e che hanno creato il retroterra per la deposizione al Congresso di Frances Haugen, l’ex dipendente di Facebook che ha rivelato alcune pratiche interne all’azienda che, se confermate, getterebbero diverse ombre sulle sue attività quotidiane. Sempre secondo lo stesso documento, il numero di utenti under 20 registrato su Facebook e riferito agli Stati Uniti sarebbe superiore rispetto all’intera popolazione degli under 20 nella stessa area geografica. Il problema, studiato da Facebook in questo report interno, sarebbe stato sottostimato (esattamente com’era successo per la ricerca sul disagio delle adolescenti in merito al proprio aspetto fisico accentuato nell’utilizzo di Instagram).

Quanti utenti veri ha Facebook?

La domanda che ci si pone, dunque, è se i dati forniti da Facebook siano affidabili. Visto il tema delicato (il comportamento degli utenti, i loro dati, il fatto che siano persone fisiche, tracciabili, profilabili rappresentano il core business di qualsiasi tipo di social network), si presenta il tema degli investitori pubblicitari: possono contare su dati solidi su cui costruire le proprie campagne oppure sono vittime di una narrazione distorta in merito alla realtà dei fatti?

La replica di Facebook è stata decisa, come è avvenuto spesso in queste ultime settimane dopo un’uscita pubblica del Wall Street Journal. Secondo l’ufficio comunicazione di Menlo Park, il fatto che Facebook si interroghi sul tema degli account duplicati non è una novità e che questo documento, non essendo stato perfettamente contestualizzato, distorce il suo significato intrinseco. Al momento, l’ultimo dato pubblico a disposizione evidenzia che Facebook sostiene che l’11% circa dei suoi utenti (una percentuale molto distante, dunque, da quelle registrate nel documento pubblicato da WSJ) è costituito da account duplicati. Una percentuale che, in questi termini, sarebbe accettabile su 2,9 miliardi di utenti in tutto il mondo. Ma, se i dati riportati dal WSJ fossero reali, la prospettiva sarebbe completamente diversa.

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