A cosa serve, dunque, IT-Alert?

Alcune funzioni e allarmi specifici sono attivi, ma non relative alle conseguenze del bradisismo della zona dei Campi Flegrei. Altre, invece, sono ancora in fase di sperimentazione

22/05/2024 di Enzo Boldi

Quel che sta accadendo, a livello tecnico, nella zona dei Campi Flegrei ci consente di fare un piccolo approfondimento per rispondere alla domanda che molti cittadini si stanno facendo negli ultimi giorni: visto che non si possono (perché non rientrano all’interno delle “indicazioni operative“) lanciare allarmi per quel che riguarda i terremoti – soprattutto se legati al fenomeno del bradisismo -, a cosa serve IT-Alert? Il sistema nazionale di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione (attraverso una tecnologia cell-broadcast) prevede un campo d’azione piuttosto limitato e non tutte le funzioni (basate sui rischi di protezione civile) sono attive.

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I test degli scorsi mesi sono stati propedeutici all’inizio dell’attività ufficiale di questo sistema di allarme. Le sperimentazioni in diverse Regioni (e in date diverse) sono state utilizzate per verificare l’efficacia di questo strumento, legato a simulazioni di variegati allarmi su potenziali rischi di protezione civile. Basti pensare a quel che accadde nell’aprile del 2022, quando per la prima volta fu testato questo sistema sull’isola di Vulcano.

A cosa serve IT-Alert? Quali sono i rischi che segnala

Nel precedente approfondimento, abbiamo spiegato perché IT-Alert non sia entrato in funzione nel corso del prolungato sciame sismico della zona dei Campi Flegrei (Campania). Perché le scosse provocate dal bradisismo, seppur in un’area di natura vulcanica, non rientrano nella fattispecie delle segnalazioni di allarme per quel che riguarda l’attività vulcanica. Questa precisazione è fondamentale per comprendere lo status quo e anche per capire come funzionerà in futuro il sistema per quel che riguarda gli altri rischi di protezione civile. A partire dallo scorso 13 febbraio, infatti, IT-Alert è entrato in funzione per quattro tipologie di eventi:

  • Incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
  • Incidenti rilevanti in stabilimenti industriali;
  • Collasso di una grande diga;
  • Attività vulcanica nelle aree dei Campi Flegrei, del Vesuvio e all’isola di Vulcano. 

Dunque, non si fa alcun riferimento ai terremoti e il bradisismo non rientra nell’alveo dell’attività vulcanica primaria (le eruzioni, per rendere più semplice una definizione in questa direzione). Dunque, queste prime indicazioni forniscono una prima risposta alla domanda “a cosa serve IT-Alert“?

Le altre sperimentazioni

Dal 13 febbraio, dunque, il sistema funziona (a livello nazionale) per queste quattro tipologie di rischio. In futuro, siamo ancora nella fase di sperimentazione per queste fattispecie, l’allarme attraverso questa tecnologia cell-broadcast sarà esteso anche ad altre tipologie di rischio:

  • Maremoto generato da un sisma;
  • Attività vulcanica dello Stromboli;
  • Precipitazioni intense. 

Al momento, in calendario non sono state inserite altre tappe/date di sperimentazione, ma i test proseguiranno nei prossimi mesi. Ed è importante capire tutto ciò visto che, oltre al caso dei Campi Flegrei, parte della popolazione si sta chiedendo perché IT-Alert non abbia lanciato allarmi ai residenti in occasione dei recenti temporali che hanno provocato anche esondazioni (soprattutto al Nord).

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