7 ore per farti innamorare, Giampaolo Morelli racconta il suo primo film: “Un debutto strano, ma penso ridere con una commedia possa dare una parvenza di normalità” | Video

Quando ha deciso di debuttare dietro la macchina da presa Giampaolo Morelli sicuramente immaginava una bella premiere con tanto di tappeto rosso per il suo 7 Ore per farti innamorare, ma invece si è dovuto accontentare di incontrare pubblico e stampa soltanto in modo virtuale. Quello che avrebbe dovuto essere un momento di unione collettiva si potrebbe trasformare in un abbraccio familiare sul divano, direttamente in streaming sul nostro televisore. Noi abbiamo incontrato l’attore proprio in questo modo insieme ad altri colleghi, una cosa davvero surreale ma anche divertente.

Proprio su questo debutto via streaming Giampaolo Morelli spiega: “Mi sono innamorato del cinema vedendo i film al cinema e per me la magia della sala è insostituibile, anche perché una commedia romantica come la mia ha bisogno dell’atmosfera che si respira in sala e la risata, si sa, è contagiosa, così come l’emozione. Quando mi hanno proposto di debuttare in questo modo, ho avuto un attimo di gelo inutile negarlo, ma poi mi sono detto: vabbè, se me lo tengo nel cassetto questo film, chissà per quanto ci resterà. Per me i film hanno un tempo, poi ti invecchiano in mano quindi se l’ho fatto adesso vuol dire che era questo il momento di mostrarlo. Credo che, proprio in questo momento qui, possa aiutarci ad avere una parvenza di normalità, a darci un appuntamento. Semplicemente invece di andare al cinema andate sul divano con la vostra famiglia.”

Impossibile non chiedere a Giampaolo Morelli della sua quarantena, in cui è costretto a frequentare nuovamente la scuola da bravo papà che aiuta il figlio nella didattica a distanza: “Me ne sto a casa con la mia famiglia, sto frequentando la prima elementare perché tutti i giorni seguo le lezioni insieme a mio figlio più grande di cinque anni, e quindi stiamo facendo italiano, matematica, la scansione in sillabe, le addizioni, e adesso abbiamo iniziato le sottrazioni. Al di là di questo la mia vita non è cambiata molto bello in quarantena rispetto a quando non sono impegnato sul set. Sono pigro, mi piace stare a casa con i bambini anche perché ci sono dei periodi in cui non ci sto per tanto tempo. Devo dire però che questa situazione sta diventando un po’ troppo prolungata. Non credo alla cavolata che ne usciremo migliori come dicono tutti. Va bene riscoprire noi stessi, però c’è gente che ha perso il lavoro, la società è fatta in un certo modo e deve andare avanti non possiamo fermarci tutti così a riflettere troppo a lungo. Presto ritorneremo alla nostra frenesia, e dev’essere così. Non possiamo vivere reclusi a guardarci dentro per uscirne migliori. Ora abbiamo guardato, ma anche basta così.”

7 ore per farti innamorare Giampaolo Morelli e Serena Rossi
7 ore per farti innamorare Giampaolo Morelli e Serena Rossi

Giampaolo Morelli: “Chi meglio di una donna può insegnarti a rimorchiarne una?”

Passando al film abbiamo chiesto a Giampaolo Morelli come gli è venuto in mente di raccontare questa storia: “Tutto è cominciato, qualche anno fa, mentre navigavo su Internet. Mi sono accorto che c’era un tizio che pubblicizzava i suoi corsi di rimorchio. Mi sembrava una cosa assurda, così ho fatto un’indagine e ho visto che esisteva una vera e propria rete internazionale di persone online che tramite il web si scambiavano regole, strategie. Allora ho contattato due o tre guru italiani, mi sono presentato e ho detto: “Ragazzi, le vostre tecniche di rimorchio non mi sembrano cose farlocche. Vi va di dimostrarmi che possono effettivamente funzionare?”. I guru hanno accettato di farsi microfonare e di essere ripresi da lontano. Andavano a rimorchiare, per esempio nei supermercati, nelle librerie, nei bar e nelle piazze, e ritornavano spesso con i il numero di telefono di una ragazza. Mi hanno colpito anche gli alunni dei guru. Da una parte c’erano quelli che volevano semplicemente portarsi a letto più donne possibili, dall’altra uomini anche di una certa età, signori  sensibili e colti, ma completamente paralizzati dalla prospettiva di dover approcciare una donna. Così è nata l’idea di unire le lezioni di rimorchio con una storia romantica. A un certo punto ho scoperto che in Inghilterra esisteva una ragazza che dava consigli di conquista, e quindi il mio guru è diventato donna. Ho pensato chi meglio di una donna può sapere come conquistarne una.”

Un esordio complicato quello in 7 Ore per farti innamorare, anche perché la commedia ha dei tempi e delle regole molto precise: “Non è facile affrontare un genere come la commedia romantica. Se fai un film più autoriale come opera prima, magari te la cavi meglio perché puoi sbagliare di più, puoi personalizzarlo. Fare una commedia romantica classica ti dà meno margini di errore, perché si tratta di un film che deve intrattenere tutti con delle sue regole precise. Qui la cosa difficile era mettere insieme comicità e romanticismo, evitando per esempio di scadere nella sitcom o nella melensaggine. Gli americani sono dei maestri di questa tipologia cinematografica, quindi credo di aver tenuto conto, anche se inconsapevolmente, di quanto imparato dai loro film”

7 Ore per farti innamorare non poteva non essere ambientato a Napoli, che viene sfruttata a pieno dalle spiagge fino ai vicoletti nascosti: “Io la vedo come una città che ha lo stesso potenziale di New York. In entrambe si possono ambientare tanto i gangster movie quanto le storie d’amore. Per me Napoli è adattissima al romanticismo. Nelle nostre commedie, e secondo me questa è una pecca, ci sono spesso dei luoghi non luoghi, come se si avesse paura a raccontare l’identità o la bellezza delle nostre città. Volevo restituire una Napoli inedita, che non è la Napoli da cartolina con il sole, la pizza e i mandolini, ma una Napoli vera, borghese e bella.”

Per la sua opera prima Giampaolo Morelli si è affidato a Serena Rossi, che ormai conosce molto bene dopo il successo di Ammore e Malavita, ma anche ad altri grandi attori come Vincenzo Salemme  e a una sorprendente Diana Del Bufalo: “A volte si discute ma in questo caso la produzione ha approvato tutte le mie decisioni sul cast. Ogni ruolo è stato scelto con molta cura e attenzione. Avere Serena, che conosco molto bene sia come attrice che come persona, mi ha dato sicurezza, sapevo che avrebbe portato a casa questo ruolo non facile che le imponeva di essere una ragazza tosta, ironica e pungente ma anche una con una sua ferita interiore che un po’ si protegge ma ogni tanto si lascia andare attraverso un piccolo sguardo un piccolo sorriso. Lei è riuscita a darmi tutte le emozioni che cercavo. Per quanto riguarda  Diana Del Bufalo ho sempre pensato che avesse altre corde oltre a quelle che conosciamo. Lei solitamente fa la comica, quella sopra le righe che fa ridere. In 7 ore per farti innamorare ha dato grande prova di talento nelle scene in cui deve fare la svampita o quella che si fa sedurre davanti alla luna. L’ho trovata molto delicata, autentica, leggera, vera. Il ruolo di Vincenzo Salemme l’ho pensato su di lui ed è stato un vero onore che un mio idolo come lui abbia accettato di far parte del film.”

Giampaolo Morelli: “Il vero rimorchio è quello vintage, uno schermo non può sostituire uno sguardo”

In un periodo storico in cui negli ultimi anni i social e il dating per gli incontri online è diventato molto popolare l’università del rimorchio di Giampaolo Morelli torna all’approccio fisico: “Il rimorchio online è esattamente uguale al rimorchio dal vivo. Se sei asfissiante, melenso e rompicoglioni nella vita, lo sei anche online. Ma le persone che conosci online prima o poi le devi affrontare anche dal vivo. Almeno nei film, però, cominciamo a rimorchiarci di persona, sennò è una tristezza infinita. Io credo ancora nello sguardo, se devo parlare con delle persone, non voglio farlo al computer, preferisco il contatto degli occhi, per me è insostituibile, anche nella gestione dei social preferisco incontrare i fan invece che fare una diretta. In questo sono vintage.”

Il film 7 Ore per farti innamorare arriva da un romanzo dello stesso Giampaolo Morelli: “Non avrei mai immaginato di debuttare con questa storia qui, l’avevo raccontata in un romanzo e già il romanzo aveva una struttura da film, ma non pensavo di curarne io la regia. Il set è una macchina complicata da portare avanti, per me 7 ore per farti innamorare è stato un delirio, una fatica, ma ho provato una grande gioia nell’accorgermi che tutti avevano aderito al film, non solo il reparto tecnico, ma soprattutto gli attori, che sono saliti sull’opera di un collega che non aveva mai fatto questo lavoro.”

Non si sente di dare consigli, ma invita tutti i registi a non avere manie di protagonismo: “Devi ascoltare i tuoi attori, devi fare di tutto perché l’emozione arrivi e devi sposare la storia che stai raccontando e raccontarla al meglio. E’ sempre la storia che comanda e che, se presti attenzione, ti suggerisce come vuole essere narrata. Per me, comunque, essere regista è un lavoro di grande umiltà, perché si prendono schiaffi da tutti. E’ importante mantenerla questa umiltà. Il film lo fanno gli attori e bisogna ascoltarli.”

Quando gli chiediamo del futuro e di internet Giampaolo Morelli si lascia andare ad un auspicio: “Stiamo assistendo a una conoscenza maggiore di quello che è internet, siamo alla sua preistoria. Prima di abboccava alle fake news facilmente, ora ci stiamo educando meglio ma ci vuole ancora tempo. Credo che molti film possano avere una vita più lunga grazie allo streaming, ma non smetteremo mai di andare al cinema. Anzi, penso che quando tutto questo sarà finito avremo una voglia maggiore di contatto umano perché uno schermo non può sostituire gli occhi negli occhi e il sentirsi umanamente vicini agli altri.”

7 ore per farti innamorare giampaolo morelli
7 ore per farti innamorare giampaolo morelli

7 Ore per farti innamorare vi aspetta da oggi, 20 aprile, a noleggio nelle principali piattaforme streaming VOD.

 

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