Wuhan torna lentamente alla normalità mentre gli abitanti fanno i conti con i loro traumi

Gli abitanti del «ground zero» della pandemia cercano di ripartire e convivere con i traumi causati dal Covid-19

11/08/2020 di Marta Colombo

Wuhan, la capitale della provincia di Hubei e la città più grande della Cina centrale, è dove la pandemia di quello che oggi chiamiamo Covid-19 è cominciata nel dicembre del 2019. Il “ground zero” del coronavirus, però, dopo mesi di lockdown e restrizioni sta finalmente tornando alla normalità.

Finalmente, gli abitanti sono tornati a fare le code per lo street food e a ballare nelle strade.  Anche i primi turisti sono tornati a visitare la città, una destinazione molto popolare ricca di storia e bellezze naturali. Le attività economiche e la maggior parte dei settori però, risentono ancora delle devastanti conseguenze della pandemia e della stigmatizzazione della città e dei suoi abitanti.

Dopo 76 giorni, ad aprile, le autorità locali avevano annunciato la fine di un lockdown severissimo, il primo – ed il più lungo e brutale – di una lunga serie che verrà imposta in Cina e nel resto del mondo. A distanza di otto mesi, gli abitanti cercano di convivere con il trauma causato dal Covid-19.

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La ripartenza e i traumi di Wuhan

Anche se solo alcuni dei ricordi traumatici dello scoppio della “polmonite assassina e misteriosa” nella città di 11 milioni di abitanti sono ammessi nella narrativa ufficiale dell’accaduto, quella approvata da Pechino, gli abitanti stanno lentamente cercando di convivere con gli eventi traumatici del 2020.

Il mercato del pesce di Huanan, dove si pensa sia originato il virus e che era stato chiuso dalle autorità a gennaio, rimane deserto e sigillato ai bordi della metropoli e, per molti, è un simbolo doloroso di quello che è successo.

Mentre festival di musica, cene all’aperto e varie attività economiche cercano, seppur con fatica, di tornare alla normalità, in un museo locale, è stata inaugurata una mostra sulla pandemia, dove in migliaia si recano ogni giorno per osservare oggetti come un camice autografato da alcuni dottori ed infermieri che hanno lavorato negli ospedali stracolmi per mesi.

«Mi godo ogni giorno come se fosse l’ultimo, non voglio preoccuparmi troppo», ha detto un residente Hu Fenglian a AFP, parlando dei piccoli focolai, per ora sotto controllo, che continuano ad emergere in Cina.

(Immagine di copertina: Pixabay)

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