La storia del finto biologo svizzero che aveva account social (falsi) gestiti dalla Cina

Si era mossa anche l'ambasciata svizzera a Pechino e dopo due settimane Facebook aveva rimosso quell'account. E da un'indagine interna a Meta è emersa la responsabilità di alcuni dipendenti di uffici strategici in Cina

02/12/2021 di Enzo Boldi

Vari profili social, tra Facebook e Twitter, nati il 24 luglio di quest’anno. Tutti facevano riferimento a un nome e a una professione: Wilson Edwards, biologo svizzero residente a Berna. E da quegli account erano partiti attacchi alla Stati Uniti, accusati di aver fatto pressione sull’Organizzazione Mondiale della Sanità affinché fosse certificata la responsabilità della Cina dietro questa lunga pandemia. Ma quel biologo non è mai esistito e le indagini interne effettuate da Meta hanno rivelato una macchinazione proveniente dall’Estremo Oriente.

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Le gesta di Wilson Edwards erano diventate di dominio pubblico la scorsa estate. Dal 24 luglio al 10 agosto (giorno in cui quell’account Facebook è stato rimosso, successivamente la stessa “pena” è stata comminata anche da Twitter), l’inesistente biologo svizzero aveva iniziato a condividere una serie di post social in cui si denunciavano le pressioni del governo americano sull’OMS. Pochissimi “amici” social, ma una serie di condivisioni. Soprattutto in Cina. E anche i media statali – che sono l’estensione del governo cinese – hanno preso per “buone” quelle dichiarazioni e quelle accuse. Peccato che tutto fosse falso.

Wilson Edwards, il profilo fake di un finto biologo svizzero

Dopo alcune settimane di attività sui social, si era mossa anche l’Ambasciata svizzera a Pechino, con un tweet in cui – ironizzando – sottolineava un fatto inequivocabile: il presunto biologo Wilson Edwards non esiste e non è mai esistito.

«Alla ricerca di Wilson Edwards, presunto biologo svizzero, citato dalla stampa e dai social media in Cina negli ultimi giorni. Se esisti, vorremmo incontrarti! Ma è più probabile che si tratti di una fake news e chiediamo alla stampa cinese e ai netizen di rimuovere i post». Perché nulla di quanto pubblicato era vero. A partire dall’identità dietro cui si celava quell’account social.

Le ricerche di Facebook

Come riporta Business Insider, Meta ha avviato immediatamente un’indagine interna dopo la “denuncia” dell’ambasciata svizzera. E dopo mesi si è arrivati a questa conclusione: «La nostra indagine ha scoperto che quasi l’intera diffusione iniziale della storia di “Wilson Edwards” sulla nostra piattaforma non era autentica, il lavoro di un’operazione di influenza su più fronti e in gran parte infruttuosa che ha avuto origine in Cina». E dietro a questo account c’erano alcuni dipendenti di società infrastrutturali legate al governo cinese.

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