L’elenco bufala con la variante omicron «già programmata»

Si tratta di una fotografia - che reca i loghi di World Economic Forum, di OMS e di Johns Hopkins University - già smentita da Reuters

29/11/2021 di Redazione

Ormai, quando c’è una notizia che – anche solo per assonanza – può essere in qualche modo riconducibile a quello che sta accadendo in questo difficile periodo di pandemia, la bufala si diffonde in maniera incontrollata, anche a dispetto dell’evidenza dei fatti. Così, su Facebook, i fact checkers indipendenti di Facta News (che per la piattaforma di proprietà di Meta effettuano un lavoro di controllo e di schermo per la diffusione della disinformazione in Italia) hanno segnalato un elenco bufala con un presunto calendario delle varianti di coronavirus (compresa la variante omicron, individuata per la prima volta in Sud Africa) già “programmate” per la loro uscita. L’elenco sarebbe stato accompagnato dai loghi di World Economic Forum, di Oms, di John Hopkins University e Fondazione Bill&Melinda Gates, lasciando sottintendere – dunque – che istituzioni ed enti mondiali siano d’accordo per una diffusione “calcolata” del virus.

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Elenco varianti programmate, la bufala sui social

Nulla di più sbagliato, ovviamente. Nell’elenco, già prima dell’evoluzione della variante omicron, c’erano state delle mancate corrispondenze tra l’effettiva diffusione di una variante e la data in corrispondenza. Con la variante omicron, la discrepanza diventa ancora più evidente, perché viene prevista per il mese di maggio del 2022. Inoltre, nell’elenco sono presenti anche le varianti “nu” e “xi”, che l’Oms non prenderà in considerazione nella classificazione, perché troppo vicine alla pronuncia inglese “new” o alla pronuncia di uno dei cognomi più diffusi in Cina (che, tra gli altri, identifica anche l’attuale presidente della Repubblica Popolare).

È molto semplice produrre un elenco di questo genere: sin dal principio, per evitare discriminazioni territoriali, l’Oms aveva deciso di denominare le varianti con lettere greche, in successione alfabetica. Esattamente come succede, ad esempio negli Stati Uniti, per la classificazione annuale degli uragani (indicati con nomi propri che iniziano con lettere dell’alfabeto diverse, in sequenza).

Questa notizia è stata debunkata già dalla Reuters, che nel mese di giugno aveva già individuato il documento bufala. Tutti i rappresentanti delle istituzioni e dei loghi che accompagnano questa immagine hanno smentito categoricamente che questo documento potesse essere in qualche modo collegato a loro.

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